Il caso

Bari, fuochi, risse e birra a fiumi: Far West a piazza Risorgimento

Rosanna Volpe

«Abbiamo segnalato tante volte quanto accade – spiega un residente – senza avere avuto alcuna risposta. Mi chiedo: perché non includere anche piazza Risorgimento nelle zone a vigilanza rafforzata»

Bari - Piazza Risorgimento non è una zona a vigilanza rafforzata. Eppure, in questo fazzoletto del quartiere Libertà, dal tramonto all’alba si ripetono scene di un film al limite tra l’horror e il trash. Tavolini «fai da te» che occupano buona parte del piazzale, bottiglie di birra che prima si consumano e poi spesso rimangono in fila sul marciapiede come un trofeo, serate danzanti a cielo aperto tra amici.

Il lato del fabbricato su via Putignani, poi, è destinato a deiezioni organiche di quanti stazionano per tutta la notte in piazza e non hanno un bagno pubblico a disposizione. Rumorose tavolate, quindi, ma anche partite di calcio e naturalmente fuochi d’artificio. Non solo nel periodo natalizio, ma, come ormai è consuetudine in città, per tutto l’anno e a tutte le ore. Nonostante il concreto pericolo, almeno in questa piazza, per gli edifici dove gli scarti incandescenti si adagiano sui balconi.

«Abbiamo segnalato tante volte quanto accade – spiega un residente – senza avere avuto alcuna risposta. Mi chiedo: perché non includere anche piazza Risorgimento nelle zone a vigilanza rafforzata come il Redentore e l’ex Manifattura dei tabacchi? Tantissime volte abbiamo denunciato risse, spaccio di droga e schiamazzi notturni che si concentrano in quest’area. Soprattutto di notte».

«Tornare la sera a casa fa paura», aggiunge un’altra residente. «Vivo qui da tanti anni. La situazione è fuori controllo. Si poteva evitare di arrivare a questo punto se qualcuno ci avesse ascoltato». UUn contesto ingestibile, quindi, più volte reso manifesto. Nei mesi scorsi, infatti, alcuni residenti di uno stabile a pochi passi dalla piazza hanno inviato un esposto all’attenzione del sindaco Vito Leccese, ma anche del Comandante della Polizia Municipale, Michele Palumbo e della Asl Bari. Puntando il dito soprattutto sulla presenza di un chiosco che resta in servizio per tutta la notte facilitando l’aggregazione di gruppi di ragazzi «rumorosi». Nero su bianco hanno spiegato anche la «grave condizione igienico sanitaria e il notevole pregiudizio alla vivibilità e al decoro urbano ed ambientale».

Nello specifico, denunciano che il chiosco «esercita la sua attività ogni giorno ininterrottamente dalla tarda mattinata fino al mattino seguente con la somministrazione di bevande alcoliche e cibi che vengono cotti e preparati sul posto. Le zone di cottura dei cibi, inoltre - secondo quanto si legge nella nota - non sono dotate di adeguati sistemi di aspirazione e filtrazione e quelli esistenti sono comunque tenuti spenti». Non esiste, inoltre, un servizio igienico sanitario a disposizione dei clienti e non vengono tenute pulite «le ampie aree di fatto asservite alle attività del chiosco». All’esposto, però, almeno al momento non è seguita alcuna risposta o intervento.

Fino alla fine degli anni ‘90 piazza Risorgimento era quasi una tappa obbligata per lo shopping di via Manzoni. A dicembre diventava un mercatino natalizio, in estate un punto di aggregazione. Ma dal restyling terminato nel 2009 ad oggi, l’area si è trasformata in luogo di incontro notturno: qui si beve birra e si parla a voce alta quasi fino all’alba. Alle volte di birre se ne bevono tante al punto che la rissa scatta quasi inevitabilmente. Neanche la presenza della garitta degli agenti della polizia locale è valsa da deterrente.

Ora incombe un’altra preoccupazione per i residenti: la chiusura al traffico di una strada, proprio via Manzoni, che è un cimitero. Un’arteria fondamentale nella quale, però, si conta una saracinesca aperta su cinque. «La pedonalizzazione della strada peggiorerà una situazione che già presenta un evidente degrado» spiega un commerciante che preferisce rimanere anonimo. «Qui rischiamo di chiudere le nostre attività commerciali tra il silenzio e la paura». Una preoccupazione tangibile nella zona che un tempo era il fiore all’occhiello del quartiere Libertà. «Dopo le 20 scatta il coprifuoco. Si torna a casa a passo svelto. Le finestre restano chiuse per non respirare il puzzo proveniente dal chiosco e per cercare di dormire tra gli schiamazzi di chi considera la piazza una proprietà privata».

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