serie b

Mantovani vuole il Bari: «Un futuro qui? Magari»

ANTONELLO RAIMONDO

L'intervista: «Noi abbiamo un’identità, altre no. Per questo ho ambizione»

BARI - Se dipendesse dai tifosi... la trattativa con l’Ascoli sarebbe già chiusa da tempo. Valerio Mantovani ci ha messo pochissimo per entrare nel cuore dei baresi. Usando la strada più sicura: l’affidabilità. Difensore vecchio stampo, attento in marcatura e capace di esaltarsi negli uno contro uno, anche per via di una struttura fisica che spinge a definirlo come un marcatore rapido. Il ventinovenne atleta di proprietà dell’Ascoli se l’è cavata bene anche quando si è trattato di giocare in posizione centrale per sopperire alle contemporanee assenze di Simic e Vicari. Lui che nasce per giocare in posizione più defilata, a destra o sinistra fa davvero poca differenza. Rendimento importante, vero. Però ora viene il difficile. Trattare con il club marchigiano non sarà una passeggiata. Serviranno argomenti persuasivi per portare a casa il suo cartellino. Soldi, tanto per essere chiari.

Mantovani, si parla tanto del suo futuro? L’Ascoli è proprietario del suo cartellino. Cosa farà il Bari?

«Senza dubbio ho grande volontà di rimanere, non so se le due società ne stiano parlando. Io voglio rimanere, spero che si riesca a trovare un accordo. Sarei contento di continuare qui. Bari è una piazza che vive di calcio, che ti fa sentire giocatore. Il San Nicola trasmette emozioni importanti, ti dà maggiori responsabilità».

Il Bari vanta la quarta migliore difesa del campionato.

«Siamo soddisfatti, la fase difensiva parte dagli attaccanti, per poi arrivare al portiere. Il calcio è fatto di piccoli errori. Anche le prime tre squadre che hanno fatto finora meglio di noi hanno commesso errori. È un dato importante che non dobbiamo mollare, 10 clean sheet non sono pochi».

Pensa che quella attuale possa essere la stagione della consacrazione?

«Non so se chiamarla così. Durante l’arco della carriera ci sono sempre alti e bassi. La carriera di ogni giocatore cambia durante gli anni. Parlare di consacrazione a quasi 29 anni non è un concetto che mi piace. Comunque la stagione è positiva anche perché questa è una squadra che reputo forte. Questo aiuta a far venire fuori le prestazioni individuali. In campo cerco di esprimere il modo di essere, mi piace trasmettere sicurezza ai compagni, parlo molto durante la partita. Ma il nostro è uno spogliatoio con gente di esperienza».

L’emergenza in difesa preoccupa abbastanza.

«Ci sono stati problemi con Simic e Vicari, con il Mantova ci siamo adattati, ora c’è Obaretin squalificato, speriamo di recuperare qualcuno dei due».

Ci parli del suo rapporto con Longo.

«La mia prima esperienza con lui fu in Primavera a Torino. Mi ha cresciuto e formato come calciatore. Sono contento di averlo ritrovato, devo ringraziarlo, perché è per merito suo se sono qui».

Che idea si è fatto della Sampdoria?

«Partita difficile, ha fatto un grande mercato, è in fiducia».

Ci si appresta a entrare nel momento decisivo del campionato.

«Responsabilità sì, la squadra ha individualità importanti. I playoff sono un obiettivo. Sono più per un pensiero positivo. Voglio pensare positivo, perché so che accanto ho gente forte. Noi, a differenza degli altri, abbiamo un’identità».

L’ex Sibilli è squalificato.

«Peppe è stato un nostro compagno a cui vogliamo bene, ma è un avversario».

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