Il caso
Bari, lite in consiglio sulla concessione per lo Stadio San Nicola: decisione rimandata a metà 2026
Dopo oltre tre ore di dibattito è stato lo stesso sindaco Vito Leccese a chiedere ai banchi della maggioranza e delle opposizioni il ritiro dei rispettivi ordini del giorno
BARI - Attacchi, difese, meline e contropiedi (tutti verbali) non sono mancati. Ma, calcisticamente parlando, la sfida tra destra e sinistra è finita con un salomonico zero a zero.
E dopo tre ore di dibattito, a tratti molto acceso, tutti negli spogliatoi. A Bari serviranno i tempi supplementari di un’altra seduta di Consiglio comunale, ma nella prima parte del 2026, per affrontare la spinosa vicenda «stadio San Nicola», la revisione della concessione che regola i rapporti tra il Comune e il club dei De Laurentiis per la gestione e manutenzione dell’impianto progettato per Italia ‘90. Concessione in scadenza il 31 maggio del 2026.
L’impegno del sindaco Leccese A fischiare la fine della seduta monotematica di Consiglio, chiesta e ottenuta dal centrodestra, è stato simbolicamente lo stesso sindaco Vito Leccese: «Ho ascoltato tutti i vostri contributi, li ho apprezzati ma non dividiamoci. Vi chiedo di ritirare i vostri ordini del giorno perché sarete, per legge, voi consiglieri a decidere le linee di indirizzo della nuova convenzione».
E qui il primo cittadino in modo puntuale ha ricordato la norma base, il decreto legislativo 201 del 2022 (il «Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica») che obbliga gli enti locali all’evidenza pubblica per l’affidamento anche degli impianti sportivi. «E mi impegno – ha annunciato Leccese - entro la metà del prossimo anno ad elaborare una relazione che sarà alla base della nuova procedura ad evidenza pubblica che ci consentirà di individuare il nuovo gestore dello stadio».
«La nuova concessione – ha assicurato il primo cittadino - sarà sicuramente onerosa e diversa rispetto alla precedente, stipulata in una fase storica diversa quando il club ripartiva dalla serie D». E dopo 15 minuti di sospensione, quasi in stile stanza Var con il riascoltato alla moviola del discorso del sindaco, destra e sinistra hanno deciso di ritirare i rispettivi ordini del giorno. «Inutile dividerci, dobbiamo lavorare tutti insieme per la valorizzazione del patrimonio stadio e per la tutela del capitale più importante, i tifosi», ha detto all’Aula il capogruppo Pd Michelangelo Cavone. «La nuova concessione dovrà tenere conto della nuova categoria calcistica e della nuova gestione degli introiti degli eventi extra-calcistici».
«Ritiriamo il nostro ordine del giorno – ha annunciato il coordinatore delle opposizioni Fabio Romito –, ma per noi questa seduta è stata comunque una vittoria perché siamo riusciti a portare in Aula un tema così importante per tutelare le casse del Comune e dei baresi».
Ma alla tregua si è arrivati dopo un dibattito molto acceso. Il centrodestra – che in mattinata aveva fatto un sopralluogo attorno allo stadio riscontrando «solo la presenza di prostitute, rifiuti e degrado» - si è presentato con un ordine del giorno molto severo che chiedeva di revocare la gratuità della concessione rendendola quindi onerosa e di prevedere per il Comune almeno il 30% degli introiti che oggi il club percepisce per gli eventi extra all’interno dello stadio, come i concerti (quasi sempre con grandi star e sold out). «Basta gratuità. Il San Nicola è patrimonio di tutti i baresi che hanno contribuito con le proprie tasse alla manutenzione straordinaria con oltre 10 milioni di euro di mutuo del fondo del Credito Sportivo», l’attacco di Romito. «Ingiusto che il club incassi gli introiti dei concerti. L’attuale concessione è sbilanciata solo a favore della società, abbiamo dato oltre 10 milioni di euro per la manutenzione. Ci saremmo aspettati generosità dalla società e invece hanno offerto ai tifosi servizi non all’altezza e non dignitosi», l’affondo di Antonio Ciaula (Fratelli D’Italia). «In altri stadi i club pagano l’affitto. Capiamo che l’attuale convenzione era dettata dal momento di crisi e di scoramento della città e della tifoseria per la Serie D, ma adesso basta. Il Comune ha perso introiti in questi anni», hanno ripetuto in coro Giuseppe Carrieri (Forza Italia), Pino Neviera (Udc) e Carlo Patruno (Romito Sindaco).
Molto diverso invece l’ordine del giorno del centrosinistra sul quale sino alla fine si è cercata una convergenza con le opposizioni: ok alla revisione, soprattutto sul piano degli introiti per il Comune, ma anche all’istituzione di una commissione tecnica che prima di ogni partita verifichi il decoro dello stadio e a un sistema di valutazione di customer satisfaction, aperto alla cittadinanza per dare giudizi sull’impianto. «Lo stadio non l’abbiamo dato gratis, state dicendo molte inesattezze. Basta prendersi i Pef e rendiconti del Bari Calcio per vedere le spese sostenute in termini di manutenzione ordinaria e utenze», hanno spiegato a sinistra i consiglieri Silvia Russo Frattasi e Nicola Loprieno sottolineando che «la società è in regola con tutti i pagamenti, compresa la Tari e l’anticipo della tassa sulla pubblicità» (circostanze confermate poi dallo stesso Leccese nel suo intervento). «Un dibattito pieno di spunti nella speranza che si ripeta anche nel 2026. Ma non mi piace l’idea che un partito possa strumentalizzare i giovani», l’affondo di Pierluigi Introna guardando i cartelli anti-De Laurentiis, «Il rischio d’impresa siete voi», esibiti tra il pubblico dai ragazzi di Gioventù Nazionale. Un attacco da sinistra che ha fatto infuriare i banchi di Fratelli d’Italia: »Non accettiamo tali critiche». Breve parapiglia verbale, ma nessuna espulsione dal campo dell’Aula.