lavori pubblici
Bari, per la gestione dello stadio San Nicola pronta la strada delle nuove regole
Commissione antimafia: 8 componenti e 3 esperti esterni. Al lavoro per dare mandato alla giunta di rinnovare i termini della convenzione in scadenza a maggio 2026
BARI - Da una parte la questione stadio San Nicola, in vista del Consiglio monotematico del prossimo venerdì chiesto e ottenuto dal centrodestra; dall’altra la istituenda commissione consiliare Antimafia, l’organo speciale di controllo nato in risposta all’inchiesta Codice Interno. Il centrosinistra al Comune di Bari cerca di fare sintesi su due appuntamenti imminenti e delicati che interesseranno l’Aula Dalfino. Temi affrontati ieri pomeriggio in un vertice di maggioranza alla presenza del sindaco Vito Leccese per trovare una sintesi ed evitare divergenze e fughe in avanti all’interno della coalizione.
Il nodo stadio Sulla questione «San Nicola» il centrodestra chiede a gran voce approfondimenti sulla gestione e manutenzione ordinaria dell’impianto che il Comune ha affidato in concessione alla società Bari calcio dei De Laurentiis, mentre il centrosinistra proverà ad elaborare un ordine del giorno con il quale dare mandato alla giunta di preparare entro fine anno le nuove regole della convenzione, in vista della scadenza a maggio 2026 di quella attuale. Molti consiglieri, specie nel Pd, spingono per rafforzare alcuni aspetti dell’accordo, soprattutto sull’ottimizzazione della parte economica a vantaggio del Comune, visto che a detta di molti la convenzione in corso sembrerebbe più sbilanciata a favore del concessionario soprattutto per quanto riguarda i proventi delle manifestazioni extra calcistiche all’interno dello stadio, come ad esempio i concerti.
«Dobbiamo trovare un punto di equilibrio ed evitare di trasformare l’Aula Dalfino nella Curva Nord del Bari. Bisogna scindere l’essere tifosi dall’essere amministratori pubblici», è il mantra ripetuto dai più saggi durante il vertice di maggioranza, soprattutto per tenere a bada i consiglieri più pasionari. L’obiettivo è evitare un lungo dibattito da bar dello sport che inevitabilmente porterebbe poi ad affrontare altri aspetti fuori tema come la ricostruzione storica dei fatti che portarono all’aggiudicazione del titolo sportivo ai De Laurentiis. Insomma, occorrerà concentrarsi solo sui i punti rilanciati dal centrodestra nella loro richiesta di monotematica.
L’Antimafia: 8 componenti, 3 esperti Altro tema poi affrontato nel vertice di maggioranza la bozza del regolamento, che andrà entro metà marzo al voto in Consiglio, sulla neonata commissione speciale. Si va verso una composizione a otto membri (equamente divisi tra sinistra e destra, con quest’ultima che avrà la presidenza, come è previsto per gli organi di controllo) e la presenza di tre esperti. Tre membri, scelti tra avvocati, giuristi, sociologi, psicologici, ex magistrati ed ex generali, che potranno coadiuvare i consiglieri.
Per tutti sarà previsto un gettone di presenza, come succedeva anni fa per le tre esperte giornaliere (poi abolite) della commissione Pari Opportunità, ma i costi saranno più contenuti visto che l’orientamento è di due convocazioni pomeridiane a settimana, e quindi non ogni giorno dal lunedì al venerdì come invece accade per le altre nove commissioni consiliari.
Si va verso una commissione Antimafia a porte chiuse, quindi non aperta alla stampa e al pubblico, e con l’obbligo di presenza di tutti i componenti. Quindi niente Dad, ovvero collegamenti online e da remoto vista la delicatezza dei temi da affrontare. Da decidere i nomi dei componenti: di sicuro ne faranno parte quei consiglieri penalizzati dall’attuale ripartizione politica dei posti nelle commissioni e che quindi non hanno possibilità di centrare le 48-49 presenze mensili che consentono di portare a casa l’indennità massima da 3.450 euro lordi.