il progetto
Bari, Ana Estrela e la raccolta fondi per riaprire il bistrot multietnico: donazione in cambio di una cena
Negli spazi del Redentore fino al 2023, ora la nuova sede sarà in via Principe Amedeo. La proprietaria del locale lancia il Crowdfunding per le spese di riapertura
BARI - Riprenderà l'avventura del bistrot sociale multietnico di Ana Estrela? Certo, ma solo se arrivano adesioni alla raccolta fondi lanciata dalla Estrela, brasiliana emigrata in Puglia nel 1999 e da sempre impegnata in progetti di inclusione sociale. La sua proposta, poi, è allettante: una donazione di trenta euro in cambio di una cena per far riaprire Ethnic Cook.
Ma andiamo per ordine. Ethnic Cook nasce nel 2013. E' un laboratorio di rifugiati e immigrati che attraverso la cucina imparano un lavoro integrandosi. E le chef, che sono soprattutto donne, organizzano di tutto, dalle cene a tema con i loro piatti a catering privati e corsi di cucina. Un progetto che vince un finanziamento della Regione Puglia e non solo: selezionato dall’Unhcr per spirito imprenditoriale e integrazione, viene anche considerato dall’università di Bari e Fondazione Ismu come una delle tre migliori realtà del Sud per valorizzare i migranti.
E il progetto funziona bene: la sede è nell'oratorio del Redentore, nel quartiere Libertà. Rimane aperto fino al 2023 ma Ana Estrela non si è fermata, ha continuato a lavorare per riprendere le fila di una realtà bella. Adesso è tutto pronto per la «nuova casa» di Ethnic Cook in via Principe Amedeo che si chiamerà Estrelas Bread and Food, come scrive sui social l'ex coreografa e ballerina brasiliana. E sui social lancia l'appello: «la nostra nuova “casa”, il nuovo Bistrot é alle porte e siamo tanto, tanto felice! Grazie ad un finanziamento di un bando comunale e dei proprietari che hanno avuto a cuore il nostro progetto! Ma… - continua Ana - per tutte le spese, tutte le tasse, co finanziamento, anticipo e alcune attrezzature ci siamo resi conto che il finanziamento da solo non basta e le nostre casse dopo un anno e mezzo senza lavoro sono completamente vuote…». Nasce da qui l'idea del crowdfunding, «fare una raccolta fondi per coprire il restante delle spese e riaprire il nostro posto speciale! Un crowdfunding diverso perché abbiamo pensato che potete, se volete, donare 30 euro come un anticipo di una cena che potete venire a gustare appena il nuovo locale sará aperto». Ora la corsa è sulla piattaforma GoFundMe. Obiettivo: 4mila euro per far fronte alle prime spese.