Il caso

Adelfia, smaltimento illecito di rifiuti: cadono le accuse per l’assessore Cistulli

Isabella Maselli

L’amministratore e il fratello rispondevano di violazioni edilizie e ambientali

ADELFIA - La gup di Bari Ilaria Casu ha prosciolto «perché non ricorre una ragionevole previsione di condanna» l’assessore del Comune di Adelfia Biagio Cistulli e suo fratello Lorenzo, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Bari su una presunta vicenda di inquinamento ambientale e violazioni edilizie risalente al 2020 e avvenuta ad Adelfia. In particolare, ai fratelli Cistulli era contestata la violazione delle norme sul testo unico dell’edilizia in quanto, insieme a tre imprenditori, avrebbero effettuato dei lavori non autorizzati su un terreno di Adelfia e avrebbero operato sei «trasferimenti di terreno vegetale da Adelfia a Sannicandro di Bari», come si legge nel capo d’imputazione.

Cistulli è attualmente assessore della giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giuseppe Cosola. «La sentenza di immediato proscioglimento del gup attesta la correttezza comportamentale, giuridica ed etica dell’assessore Cistulli», dice in una nota l’avvocato Roberto Eustachio Sisto, che ha difeso i due imputati insieme alla collega Daniela Ciarniello dello Studio Fps. «Non posso che essere professionalmente, oltre che umanamente, soddisfatto da tale, corretta, decisione che restituisce al mio assistito la serenità di continuare a svolgere il proprio incarico pubblico con rinnovate determinazione e convinzione», conclude l’avvocato.

Nel procedimento sono imputate altre dodici persone, tutti imprenditori e operai delle società coinvolte, accusati - a vario titolo - di aver causato un deterioramento «esteso e significativo» di un terreno coltivato a seminativo e frutteto, «mediante il tombamento progressivo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, il cui ciclo di decomposizione avverrà nel tempo nel sottosuolo in assenza di ingenti operazioni di bonifica», per un quantitativo stimato in almeno 117 tonnellate sversate tramite 56 scarichi abusivi. In questo modo, secondo la Procura, tra marzo e novembre 2020 avrebbero realizzato una discarica abusiva, effettuando peraltro opere su quei suoli «in assenza di autorizzazione» e, in particolare, «operandone il riempimento con innalzamento del piano campagna». In alcuni casi, hanno accertato le indagini dei carabinieri del Noe, avrebbero proceduto allo smaltimento dei rifiuti anche bruciandoli. Una strategia che avrebbe consentito inoltre ai titolari delle ditte da cui provenivano i rifiuti di eludere i costi di smaltimento. I fratelli Cistulli erano gli unici ad aver optato per il dibattimento, ottenendo il proscioglimento già in udienza preliminare. Tutti gli altri stanno definendo le proprie posizioni con riti alternativi, alcuni patteggiando le pene e altri in attesa di giudizio abbreviato. A ottobre 2021 l’inchiesta portò al sequestro dell’area e all’arresto di alcuni degli indagati. 

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