Il caso
Bari, il complotto della droga: a giudizio il consigliere comunale Loprieno
Dopo la condanna in secondo grado del presunto complice Filograno: «Lui e Loprieno si procurarono la coca: hanno agito per una vendetta»
BARI - A luglio la Corte d’appello di Bari ha condannato a 2 anni e 8 mesi l’avvocato barese Gaetano Filograno per la vicenda dei 26 grammi di cocaina che sarebbero stati nascosti nell’auto di un imprenditore, per punirlo del rapporto extraconiugale con la moglie. Domani arriva all’attenzione del Tribunale di Bari la posizione di Nicola Loprieno, anche lui avvocato, consigliere comunale a Bari per una lista di centrosinistra. Secondo i giudici di secondo grado, Loprieno sarebbe stato l’esecutore materiale delle indicazioni fornite da Filograno.
La vicenda risale al 2014. L’imprenditore di Gioia del Colle venne fermato a Bari dalla Finanza e fermato perché nella sua Smart furono trovati 26 grammi di cocaina. L’uomo negò tutto e venne assolto dall’accusa di detenzione di sostanza stupefacente. Quattro anni dopo un garagista barese, Nicola Piperis, forse temendo di essere incastrato dopo una denuncia depositata dall’imprenditore, si presenta in Procura: racconta che Loprieno, per fare un favore a Filograno, avrebbe depistato un suo amico finanziere, Francesco Furchì, raccontandogli di un imprenditore che faceva traffico di droga. Furchì (mai indagato) passò la notizia al collega Enzo Cipolla (nel frattempo destituito e condannato) che fermò l’imprenditore e scoprì la cocaina.
Lo scorso anno i pm Claudio Pinto e Savina Toscani avevano chiesto 4 anni per Filograno (che aveva optato per il rito abbreviato) e il rinvio a giudizio di Loprieno. Il gup aveva assolto il primo e prosciolto il secondo. La Corte ha poi accolto l’appello dei pm, condannando Filograno (che ha beneficiato dello sconto di un terzo per il rito) e disponendo - a giugno scorso - il processo a carico di Loprieno...