In città
Via Argiro, rebus riqualificazione. I timori degli esercenti: «Danno enorme con i lavori tra primavera e estate»
Dal Comune giungono rassicurazioni: «Non vogliamo creare danno alle attività commerciali, avvieremo un dialogo per individuare le soluzioni più funzionali»
BARI - Una strada simbolo del cambiamento della città. Via Argiro è un argomento che torna di attualità: il nuovo anno porterà ulteriori interventi su un’area che negli ultimi 14 anni ha cambiato radicalmente il suo volto passando dalla pedonalizzazione ad una trasformazione che oggi la impone come una sorta di centro commerciale a cielo aperto.
Illuminata dalle luci delle festività natalizie, spazia tra le grandi firme internazionali ad un’ampia offerta di «food & drink». Vecchi e nuovi titolari di esercizi commerciali nel campo della ristorazione, però, guardano al 2025 con relativo timore: i lavori per ampliare la pavimentazione potrebbero comportare la temporanea chiusura in particolare di pub, american bar e ristoranti dotati di dehors. «Ma al momento navighiamo nel buio: auspichiamo che eventuali misure non arrivino proprio nei frangenti sensibili per le attività», è l’allarme unanime degli esercenti.
Un nuovo volto La pedonalizzazione di via Argiro è cominciata nel 2011: da allora la strada è stata completamente chiusa al traffico, con l’apposizione delle fioriere tra un isolato e l’altro. Una serie di esercizi commerciali all’epoca neonati sono riusciti prima a sopravvivere malgrado il complicatissimo periodo della pandemia, poi a rilanciarsi. Ma il percorso non è terminato. I lavori di riqualificazione della seconda strada pedonale del centro cittadino, così come quelli che riguardano via Manzoni e via Amendola (nel tratto finale più vicino al centro), sono finanziati complessivamente per nove milioni di euro: i cantieri sono destinati a riaprire per il rifacimento della pavimentazione, ma anche la piantumazione di nuovi alberi. Esemplari di ligustrum (un arbusto molto utilizzato nei parchi e nei giardini) sostituiranno le fioriere mobili e saranno piantati vicino agli incroci, protetti da griglie salvapiante e cordoli in pietra calcara. Il restyling riguarderà anche i due tratti di via Putignani e via Calefati , secondo l’idea di un «boulevard», con l’utilizzo degli alberi per separare aree funzionali diverse: quelle del passeggio e quelle a ridosso dai negozi. Un nuovo volto che, però, non accoglierà un’ulteriore pedonalizzazione (almeno per il momento), almeno fin quando non sarà stilato un piano parcheggi ad ampio raggio.
«Non si tocchi la bella stagione» Dal Timeout a Jerome Argiro, da Bistrot Argiro al Tiffany Caffè, fino alla pizzeria «Alla Barese» e alla nuova braceria «Picadinho», in tanti si interrogano su come sarà gestita la situazione all’avvio dei lavori. Inizialmente si pensava che gli interventi sarebbero cominciati già a gennaio, ma in realtà non saranno avviati prima della tarda primavera.
«Probabilmente sarebbe stato più conveniente per tutti vivere i lavori in pieno inverno, quando nel complesso si lavora meno», è la posizioni di gran parte degli esercenti. «Non avere riferimenti chiari non aiuta: sarebbe stato utile conoscere in largo anticipo le tempistiche per programmare eventuali periodi di chiusura o mettere in ferie almeno una parte del personale. Ora, invece, sappiamo che la zona sarà comunque limitata dai lavori, ma senza conoscerne i dettagli». Scontato che la preoccupazione sia in vista della bella stagione. «Nel 2025 Pasqua cadrà alta, poi arriveranno in rapida successione il 25 aprile, le feste a maggio e l’estate: trovarsi con i lavori in quel periodo sarebbe un disagio impossibile da arginare».
«Dialogo aperto» «Su via Argiro non abbiamo tempistiche troppo stringenti», assicura l’assessore comunale alla cura del territorio, Domenico Scaramuzzi. «Partiremo sicuramente dopo aver avviato le opere su via Manzoni. L’obiettivo è ridurre al minimo i disagi, pertanto convocheremo tutti gli esercenti per dare vita ad una strategia condivisa. Potremmo anche pensare, ad esempio, di cominciare dagli isolati che non ospitano attività con dehors oppure addirittura valutare, se le condizioni lo permetteranno, di spostare il programma verso ottobre. Una cosa, però, è certa: non andremo a pregiudicare esercizi commerciali che già in passato hanno sofferto, ma ci muoveremo nell’assoluta tutela di ogni interesse in causa».