Il caso

Bari, aggressione razzista al Parco Rossani: processo bis per un 20enne

Isabella Maselli

L'episodio del 5 aprile 2022: il colpevole era stato condannato a 3 anni. Ora la Corte d’Appello dovrà (di nuovo) ricalcolare la pena

BARI - La responsabilità penale per quel pugno sferrato con odio razziale che è costato un occhio ad un 30enne di origini senegalesi è ormai definitiva ma i giudici dovranno stabilire, per la quarta volta, la pena da infliggere al giovane aggressore.

L’aggressione risale al pomeriggio del 5 aprile 2022. Il ragazzo di origini senegalesi era in compagnia di due amici e stava entrando nel parco Rossani. Nello stesso istante usciva il 20enne Alessio Blasi con due ragazze e altri compagni. I due si sarebbero probabilmente scontrati e dopo qualche sguardo sgradito e qualche parola di troppo, il 20enne sferrò un pugno al volto al 30enne, facendolo cadere e continuando a colpirlo con calci e pugni, mentre lui e anche alcuni degli amici, soprattutto le ragazze che erano in sua compagnia, pronunciavano frasi razziste come «vattene al paese tuo, negro, prima che ti uccido».

L’imputato avrebbe prima guardato «insistentemente e in malo modo» il 30enne, poi lo avrebbe minacciato e insultato, quindi colpito con un primo pugno facendolo cadere a terra e poi continuando a picchiarlo con pugni e calci, provocandogli la frattura di due costole. Alla identificazione dell’aggressore, che ha subito confessato negando però di aver agito per odio razziale, i poliziotti arrivarono grazie alle immagini dei circuiti di videosorveglianza della zona, al monitoraggio dei profili social delle persone coinvolte e dopo aver ascoltato alcune testimonianze.

Nei mesi scorsi la Corte di Appello di Bari aveva condannato a 3 anni di reclusione (più che dimezzando la pena inflitta in primo grado che era di 8 anni) per il reato di lesioni gravissime pluriaggravate dall’odio razziale e dalla presenza di minorenni. La Cassazione nei mesi scorsi ha poi annullato con rinvio la sentenza di secondo grado. Dinanzi ai giudici della Suprema Corte la Procura generale di Bari chiedeva una pena più alta ritenendo che il 20enne non meritasse le attenuanti generiche prevalenti, mentre la difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Nicola Quaranta e Maurizio Massimiliano Rogliero, chiedeva una ulteriore riduzione della condanna, evidenziando che i giudici avrebbero immotivatamente applicato il massimo aumento previsto per l’aggravante dell’odio razziale. La Cassazione ha accolto in parte entrambi i ricorsi, rinviando la decisione sulla nuova quantificazione della pena ai giudici della Corte di Appello di Bari. Il processo d’appello bis si celebrerà il 13 febbraio 2025. Essendo ormai definitivo l’accertamento sulla responsabilità, anche per la vittima dell’aggressione - costituita parte civile con l’avvocato Michele Filannino - è irrevocabile il diritto ad essere risarcita.

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