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Bari Vecchia, le pastaie tornano al lavoro. E presto anche sui «banchi di scuola». Intanto lo sciopero delle orecchiette finisce sul Times
Sarà un'azienda bitontina a «guidarle» in tutto l'iter di regolarizzazione, dall’adeguamento dei locali alla formazione delle stesse signore delle orecchiette
BARI - Lo «sciopero» delle pastaie dell'Arco Basso, a Bari Vecchia, alla fine si è fermato solo a sabato mattina 16 novembre (e non è proseguito la domenica, come era stato annunciato). Adesso, le signore delle orecchiette, vogliono fermare le polemiche e non esporsi, ma rimboccarsi le maniche. Tutto è partito dal servizio andato in onda su «Mi manda Rai Tre». Il focus del servizio è stato soprattutto sulle norme igienico-sanitarie all'interno delle loro attività. Ora, sarà una ditta bitontina a «guidare» le pastaie in tutto l'iter di regolarizzazione, dall’adeguamento dei locali alla formazione delle stesse signore. Un aiuto che sarebbe a titolo gratuito, quindi a spese né dell'amministrazione comunale né delle signore dell'Arco Basso. Nunzia si fa portavoce della decisione, dichiarando: «La nostra arte affonda le radici nelle tradizioni di famiglia, ma oggi è altrettanto importante guardare al futuro e rispettare le norme che garantiscono la sicurezza alimentare. Vogliamo apprendere nuove competenze per unire tradizione e professionalità».
Lo sciopero delle orecchiette sbarca sul Times on line
Lo sciopero delle orecchiette finisce sul Times che in un articolo pubblicato on line e firmato da James Imam, racconta perché sabato scorso le pastaie di Bari vecchia hanno scioperato e soprattutto cosa sono le orecchiette. Nell’articolo, intitolato «Tensions boil over after pasta makers accused of fleecing tourist», si spiega che le donne di Bari, diventate famose in tutto il mondo perché preparano la pasta in strada, hanno scioperato dopo essere state accusate di aver imbrogliato i turisti a cui avrebbero venduto prodotti industriali spacciati per artigianali. Accusa arrivata da alcuni food blogger e servizi giornalistici che hanno anche evidenziato le scarse condizioni igieniche in ristoranti improvvisati in case private. E così, sabato scorso le donne che con i loro telai carichi di orecchiette animano la via Arco basso, per protesta hanno incrociato le braccia per qualche ora: niente pasta ed espositori vuoti. IL giornale spiega che nel cosiddetto «vicolo delle orecchiette nel centro storico di Bari, la pasta viene fatta nelle cucine, asciugata al sole e poi esposta su vassoi di legno fuori dalle case» ma sabato, prosegue l'articolo, «i vassoi sono stati lasciati vuoti dalle pastaie che hanno protestato contro l’accusa che erano stati truffati i turisti».