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«La Tangentopoli della Murgia seguì alle intercettazioni dei fratelli Conforti». Il Tribunale: non furono diffamati

REDAZIONE INCHIESTE

La sentenza con cui sono stati assolti due giornalisti della Gazzetta dall'accusa di diffamazione ai danni di Paolo Conforti, il consigliere comunale di Noci arrestato nel 2021 per gli appalti truccati a Molfetta

«I vari filoni di indagine che portarono alla luce la cosiddetta “Tangentopoli della Murgia” (che interessò anche il comune di Acquaviva delle Fonti comportandone una crisi politica e di partito) seguirono ad una serie di intercettazioni effettuate nei confronti dei fratelli Conforti». Lo scrive il giudice onorario Pasquale Santoro nelle motivazioni della sentenza con cui ha assolto «perché il fatto non sussiste» l’ex direttore della «Gazzetta», Giuseppe De Tomaso (difeso dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto), e i giornalisti Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini (difesi da Gaetano Castellaneta e Giovanni Piccoli) dall’accusa di aver diffamato l’ingegnere nocese Paolo Conforti in un articolo del 2017 in cui, raccontando dello scioglimento per mafia del Comune di Valenzano, venne sottolineato il fatto che un incarico di progettazione fu «affidato senza bando pubblico a un professionista di Noci, l’ing. Paolo Conforti, recentemente spuntato nell’inchiesta della Procura di Bari che ha azzerato il Pd di Acquaviva».

Secondo il Tribunale i giornalisti hanno raccontato i fatti «con stile asciutto e professionale, per nulla offensivo». Infondata la querela di Conforti (parte civile con l’avvocato Fabrizio Di Terlizzi), secondo cui l’articolo sarebbe stato «diffamatorio in quanto i due periodi risultano totalmente falsi»: essendo stato lui «inserito in un contesto mafioso» era stato costretto a rivolgersi a una psicologa e aveva subito la rescissione di «alcune collaborazioni progettuali perché in buona sostanza nessuno voleva avere a che fare con me».

Il giudice ha invece stabilito (la sentenza è ormai irrevocabile) che «non sussistevano i profili di falsità evidenziati». Il Tribunale ha richiamato la relazione di scioglimento del Comune di Valenzano, in cui è scritto che l’incarico di progettazione «veniva conferito alla Adveco Ingegneria dell’ing. Conforti Paolo», che lo stesso Conforti «è stato segnalato alla Commissione [prefettizia, ndr] dalle forze di Polizia». La stessa commissione prefettizia «sollevava dubbi» sulle modalità dell’affidamento a Conforti, che ha chiamato come testimone l’allora dirigente del Comune di Valenzano, ingegner Napoli: a questo proposito il Tribunale ha dato pieno credito ai commissari prefettizi (sentiti come testimoni della difesa) dubitando quindi «dell’attendibilità e credibilità dell’ing. Napoli allorquando riferisce di non conoscere l’ing. Paolo Conforti».

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