Il caso
Bari, caos mense scolastiche: ricorsi e servizio a rischio
La Ladisa al Tar: bloccare l’affidamento dell’appalto da 13 milioni
BARI - Più che il pasto è il caos ad essere servito. Tra molti punti interrogativi, dal possibile stop all’avvio del servizio sino alla lunga battaglia nelle aule giudiziarie che obbligherebbe il Comune a dover, nelle more, trovare soluzioni emergenziali.
A Bari scoppia «la guerra delle mense» a poche ore dalla data di partenza del servizio di refezione scolastica fissata per lunedì. Il mega appalto da 13 milioni, suddiviso in due lotti, sul quale ieri mattina la Ladisa (seconda classificata della graduatoria e ditta uscente della scorsa gestione) ha presentato istanza urgente di sospensiva al Tar, chiedendo in pratica ai giudici amministrativi di primo grado di bloccare l’affidamento del servizio. Servizio che a Bari per entrambi i lotti è stato affidato alla Rti cooperativa di lavoro «Solidarietà e lavoro» e «Vivenda», la stessa che la scorsa estate aveva presentato ricorso contro la Ladisa spuntandola e ottenendo il primo posto della graduatoria. Ma non ottenendo, in quella circostanza, dai giudici la sospensiva visto che il servizio di refezione era già cominciato.
Ora la battaglia si ripete ma a parti invertite e con l’unica differenza che in queste ore le mense sono ancora al giorno zero, specie per il secondo lotto aggiudicato nelle scorse ore e sul quale non vi è un’indicazione certa sulla data di partenza nelle scuole di altri quartieri della città. Quindi è davvero una sfida al buio. A parte il ricorso al Tar sul quale ci sarà la prima riposta dei giudici nella giornata di oggi, la Ladisa ha anche presentato un esposto alla Procura e alla Guardia di Finanza su presunte anomalie nell’offerta tecnica dei vincitori (una ditta inclusa nella lista presentata da chi ha vinto l’appalto, secondo i ricorrenti non sarebbe identificabile come produttore degli alimenti ma come intermediario).
E ieri mattina a Palazzo di città la doppia doccia fredda: Ladisa ha comunicato via pec il ricorso (verso il quale il Comune si costituirà con i suoi legali dell’Avvocatura) e ha contestualmente annullato l’incontro previsto per ieri alle 15, alla presenza dei sindacati, per il passaggio di consegne tra le due ditte, in primis l’elenco delle 150 unità di personale (per la clausola sociale) e delle attrezzature da impiegare nei due lotti del servizio di refezione. Un passaggio di consegne che l’amministrazione comunale sollecitava da almeno 10 giorni chiedendo anche gli appositi elenchi al fine di garantire la regolare partenza del servizio.
«Anche se caduto nel vuoto, rinnovo l’appello al senso di responsabilità. Ci sia massima collaborazione per assicurare a circa 4mila e 500 bambini la mensa scolastica. Devono restare fuori dalle beghe giudiziarie. Saranno le sedi competenti a decidere. Ma, ripeto, i bimbi e le scuole non devono essere tirate in ballo» sottolinea l’assessore alla Conoscenza e ai Servizi Educativi, Vito Lacoppola.
La notizia del ricorso ha inevitabilmente gettato nel panico i dirigenti scolastici ma soprattutto le famiglie. In diverse scuole i genitori hanno avanzato la richiesta di poter portare i pasti da casa, ma ci sono difficoltà sia sanitarie (deve essere la Asl ad autorizzare) e sia tecniche e gestionali nella conservazione degli stessi alimenti e nelle operazioni di pulizia dei refettori che, di solito, sono assicurate da personale esterno e non scolastico.