Il caso
Inchiesta sulle baby-squillo a Bari: l'imprenditore salentino Carlino patteggia un anno e 8 mesi
Il racconto delle ragazze alla base delle accuse: «Con lui ci siamo visti tre volte, c’era anche la mia amica. Ci diceva che ci avrebbe fatto fare un sacco di soldi»
BARI - Ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione l’imprenditore leccese Fabio Carlino, finito agli arresti domiciliari nel maggio scorso con l’accusa di prostituzione minorile per aver fatto sesso a pagamento con due ragazze nel gennaio 2022. Il gip del Tribunale di Bari Angelo Salerno ha accolto la richiesta di patteggiamento che l’avvocato Alessandro Stomeo aveva concordato con il pubblico ministero Matteo Soave. Stando alle contestazioni, Carlino - ormai tornato in libertà - avrebbe avuto tre incontri con le giovani, rispettivamente il 13, 15 gennaio e 22 febbraio 2022. In un’occasione si sarebbe recato in un noto albergo del centro di Bari insieme con l’avvocato leccese Stefano Chiriatti, all’epoca sottoposto all’obbligo di dimora, misura poi revocata.
Secondo quanto riferito dalle presunte vittime, la sera dell’incontro con Carlino e Chiriatti le ragazze avrebbero ricevuto 250 euro a testa.
«Con Fabio Carlino ci siamo visti tre volte - racconta a verbale una delle ragazze - e c’era sempre Veronica (nome di fantasia ndr) con me. La seconda volta ci siamo visti verso gli inizi di febbraio. In questa circostanza con Fabio c’era anche un altro uomo, un avvocato, e presero una suite con una vasca enorme. Penso che anche l’avvocato fosse salentino, abbiamo avuto rapporti sessuali e in quella circostanza ci pagarono di più, ci diedero 250 euro a testa (…) Fabio ci diceva che ci avrebbe fatto fare un sacco di soldi. In un’altra circostanza ci diede una carta oro e ci disse che non potevamo prelevare più di 20mila euro a settimana. Questa carta, che riportava il suo nome, la tenne un po’ la mia amica e poi la presi io. Provammo a prelevare ma con il pin che ci aveva dato non riuscimmo a fare il prelievo».
La carta di credito in questione sarebbe stata poi trovata dalla madre della ragazza nella borsa della figlia. Quest’ultima le aveva detto di averla trovata per terra. La donna, poi, aveva notato che fra le amicizie su Instagram della giovane compariva proprio il nome di Carlino: a quel punto gli ha scritto via Messenger, chiedendo se conoscesse la figlia e anticipandogli che era in corso un’indagine della polizia. L’imprenditore ha poi risposto di aver perso la carta di credito e di essere pronto a dimostrarlo avendo la denuncia.
Ci sono poi altri sette imputati, coinvolti nella medesima inchiesta, per i quali la procura ha chiesto e ottenuto l’emissione di un decreto di giudizio immediato, a firma del gip Giuseppe Ronzino: per loro il processo si aprirà a partire dal prossimo 3 ottobre.
Fra loro anche Federica Devito, 25enne di Toritto, e Marilena Lopez, 32enne di Bari: per entrambe il pubblico ministero della procura di Lecce Massimiliano Carducci ha chiesto il rinvio a giudizio con le accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina pluriaggravata e lesioni personali aggravate. Secondo le contestazioni, avrebbero trattenuto un cliente contro la sua volontà per non aver interamente pagato una prestazione. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 18 novembre.