La situazione

Carcere minorile di Bari, terzo giorno di disordini: materassi a fuoco, detenuti in rivolta

Il sindacato Conaip riferisce di violenze nei confronti dei già pochi agenti penitenziari

BARI - Nuovi disordini sarebbero in corso nel carcere minorile di Bari. Lo comunica il segretario il segretario generale del Cosp e presidente del Conaip, Domenico Mastrulli, precisando che in servizio ci sono «solo tre agenti, un uomo e due donne».
Secondo quanto riferito da Mastrulli, i detenuti avrebbero «daneggiato l’interno delle celle e appiccato il fuoco ad alcuni materassi. Ora sono nel cortile dell’istituto di pena».

«Per quello che sappiamo - sottolinea - ci sarebbero danni ingenti».
Da tre giorni nel carcere minorile di Bari si verificano disordini e risse tra detenuti per sedare le quali altri agenti sono stati colpiti con schiaffi e calci. «Ovviamente questi agenti - conclude Mastrulli - sono fuori servizio giustificato».

SAPPE: «CARCERI MINORILI COME SCUOLE DI CRIMINALITÀ»

I disordini che si stanno verificando da alcuni giorni nell’istituto di pena per minori di Bari evidenziano «il completo fallimento del sistema carcerario, compreso quello minorile» che costa ai «contribuenti italiani decine e decine di milioni di euro». È quanto sostiene Federico Pilagatti, segretario nazionale del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, evidenziando che «le strutture minorili sono anche diventate scuole di criminalità per scelte scellerate», e che nell’istituto di Bari «la tensione resta sempre molto alta».

«L'amministrazione penitenziaria sta provvedendo al trasferimento dei detenuti che hanno fomentato la rivolta - fa sapere Pilagatti - senza che nei loro confronti siano state prese misure adeguate dopo i danni provocati ai poliziotti e alla struttura».
Il segretario chiede per i detenuti che creano tensioni "l'applicazione del carcere più duro senza benefici e in sezioni particolari per un periodo fino a sei mesi». «È necessario fare un riflessione seria sulla gestione e sulla conduzione delle strutture per minori in Italia», continua Pilagatti ritenendo che «l'arrivo di un numero massiccio di stranieri» abbia "mandato completamente in default le strutture per minori di Milano, Roma e Bari».

«Le disposizioni in vigore - rileva - prevedono che i detenuti debbano essere divisi per fasce di età, ma il sovraffollamento nella struttura per minori di Bari, per esempio, non lo permette, per cui i 24 ragazzi che vanno dai 14 ai 17 anni stanno insieme ai 10 maggiorenni che arrivano a 24 anni e che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno già una carriera delinquenziale».
«Fino a quando un solo adulto sarà presente nei penitenziari per minori - conclude - non ci sarà legalità e i ragazzi rimarranno ostaggi degli adulti che potranno continuare indisturbati a formare i più giovani che verranno utilizzati come manovalanza».

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