Il caso
«Fuga di notizie sull'arresto di Pisicchio», a Bari interrogato l'ex assessore regionale
Dopo la revoca dei domiciliari il politico barese sentito in Procura come testimone. Il verbale davanti al giudice: «Emiliano mi avvisò e mi chiese di dimettermi»
BARI - La certezza è una: Alfonsino Pisicchio fu informato dal governatore Michele Emiliano dell’esistenza di una inchiesta aperta a suo carico e dunque invitato a dimettersi dall’incarico di commissario dell’agenzia regionale Arti. Incarico da cui poi è stato effettivamente revocato il 10 aprile, il giorno stesso dell’arresto. Un fatto, confermato dallo stesso Pisicchio e dai messaggi Whatsapp scambiati con Emiliano, finito al centro di un nuovo fascicolo di indagine in cui ieri l’ex assessore regionale, 62 anni, è stato sentito come persona informata sui fatti.
Pisicchio, tornato libero dai domiciliari 8 giorni fa, ieri ha passato quasi tutta la giornata in Procura. In mattinata è stato interrogato (su sua richiesta) dal pm Claudio Pinto all’indomani della chiusura delle indagini a suo carico per concorso in turbativa d’asta e corruzione. Nel pomeriggio è stato sentito dalla pm Savina Toscani, a seguito di un invito a comparire che lo qualifica come persona informata sui fatti pur con le garanzie difensive, essendo indagato in procedimento connesso. Pisicchio era infatti accompagnato dall’avvocato Salvatore D’Aluiso.
I contorni della vicenda sono noti. Il 16 gennaio 2023 il pm Pinto ha chiesto la custodia cautelare in carcere per sei persone (tra cui i fratelli Enzo e Alfonsino Pisicchio), i domiciliari per altri quattro e l’interdizione per ulteriori tre indagati. L’8 aprile, dopo il deposito di una ulteriore nota di «attualizzazione» delle esigenze cautelari, il gip ha depositato l’ordinanza a carico dei Pisicchio che la Procura ha ritirato in cancelleria il giorno successivo, martedì 9. Quella stessa sera, in un appuntamento politico a Bari, l’avvocato Laforgia (fino a quel momento difensore di Pisicchio, incarico cui ha rinunciato dopo l’arresto) ha riferito di «indagini in corso, ci sono rumors di nuove iniziative». Il 10 aprile alle 14,13 Emiliano ha firmato la delibera di giunta con cui ha revocato Pisicchio, notizia resa nota alle 15,48 con un comunicato stampa della Regione letto evidentemente anche in Procura. Dove a quel punto è stata disposta l’esecuzione immediata delle misure cautelari, avvenuta tra le 19 e le 20.
Già all’indomani dell’inusuale arresto serale la Procura ha avviato una serie di accertamenti per capire se ci sia stata una possibile fuga di notizie relativa all’imminente arresto di Pisicchio, quindi una rivelazione di segreto d’ufficio. E dunque, di converso, un possibile favoreggiamento dell’ex assessore regionale destinatario della notizia. Al momento non ci sarebbero indagati, ma la versione di Pisicchio - che di questa storia ha parlato nell’interrogatorio di garanzia del 16 aprile - è il punto di partenza di tutti gli accertamenti. Ed è presumibile che l’ex assessore abbia ribadito la sua versione dei fatti.
In quel verbale (depositato e dunque pubblicabile), come la «Gazzetta» ha già scritto, Pisicchio ha detto che già il 5 aprile era stato convocato da Michele Emiliano per un incontro urgente che si sarebbe svolto a casa del governatore pugliese il giorno seguente. «Il 5 quasi a mezzanotte - ha detto Pisicchio - ho ricevuto un messaggio del presidente Emiliano che mi chiedeva di un incontro urgente; cosa che io ho detto: “Va bene” e ci siamo incontrati sabato alle 15 a casa sua». «Quindi le è stato chiesto di dimettersi?», gli chiede il pm Pinto. «Sostanzialmente mi è stato detto: “O ti dimetti o ti revoco”» dall’incarico di commissario Arti che gli era stato attribuito a dicembre, dopo che Pisicchio aveva assicurato alla Regione di non avere pendenze giudiziarie. «Cosa le è stato detto dal presidente?», chiede a quel punto il gip Ilaria Casu. «Il presidente mi ha detto che c’erano troppi rumors molto insistenti sulla ipotesi di una mia posizione restrittiva».
Si arriva così al 10 aprile, con lo scambio di messaggi Whatsapp che Pisicchio ha depositato durante l’interrogatorio. Messaggi riassunti così dall’ex assessore. «Il presidente mi ha, diciamo, espresso nei messaggi, perché con il presidente ci siamo messaggiati il 10... Il 6 ci siamo visti e mi aveva detto: “Ci sono dei rumors, rifletti sulle dimissioni”. Il giorno 10, invece, mi manda il messaggio e mi dice: “Guarda, i rumors sono molto più insistenti. Si parla anche di misure probabilmente cautelari, eccetera, eccetera, quindi è utile che tu... o ti dimetti o ti revoco dall’incarico”. E quindi io ho provveduto a dimettermi, tra l’altro senza la fiducia del presidente non si va da nessuna parte».
La Procura vuole provare a capire cosa è accaduto. E da chi sia eventualmente partita l’informazione iniziale (la violazione del segreto è un reato del pubblico ufficiale, per questo Pisicchio almeno inizialmente non ne risponde come indagato). Nei messaggi Whatsapp, che sono stati acquisiti dal telefono dell’ex assessore sequestrato il giorno dell’arresto, potrebbero già esserci le prime risposte.