il caso bari

Voti truccati, Sandrino Cataldo lunedì al Riesame. Ma il gip: può inquinare le prove

MASSIMILIAno scagliarini

Anche il marito della Maurodinoia fa ricorso al Riesame. Ma il gip: non è credibile

BARI - La partita si sposta davanti al Riesame. A due settimane esatte dall’arresto di Sandro Cataldo, marito (lui dice separato) dell’ex assessore regionale Anita Maurodinoia, dell’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, dell’ex consigliere circoscrizionale barese Armando De Francesco e dell’ex assessore di Grumo, Nicola Lella, saranno lunedì i giudici della Libertà a decidere se confermare o meno l’ordinanza con cui il gip Paola De Santis ha messo i primi tre ai domiciliari e il terzo in carcere. Con l’accusa, ormai nota, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Il gip ha già detto «no» alla richiesta di revoca dei domiciliari avanzata dalla difesa di Cataldo, rilevando che il 52enne di Triggiano «non poteva non sapere» quali erano i metodi per favorire la vittoria di Donatelli alle elezioni 2019. Ovvero che De Francesco e l’imprenditore Giuseppe Calisi (pure lui indagato) hanno comprato voti a 50 euro ciascuno. E a fornire elementi ritenuti utili sono stati anche l’ex vicesindaco Vito Perrelli e i due figli, pure loro arrestati ma rimessi in libertà lunedì per il venir meno delle esigenze cautelari: l’avvocato di Triggiano era già fuori dalla giunta comunale fin dall’ultimo rimpasto. E nel suo interrogatorio di garanzia ha raccontato...

CONTINUA A LEGGERE SULLA DIGITAL EDITION OPPURE SUL CARTACEO

Privacy Policy Cookie Policy