Politica

Elezioni a Bari, il centrosinistra spaccato si ricuce con un terzo nome: Carofiglio

Michele De Feudis

Tra i superpartes spunta l'ipotesi dello scrittore ex magistrato Gianrico Carofiglio. Emiliano e Decaro dopo il comizio di venerdì hanno dialogato con la leader del Pd Elly Schlein

BARI - Il Pd, con il comizio di Elly Schlein e con l’intervento «politico» senza strappi definitivi di Vito Leccese, ha lasciato un sentiero strettissimo per la ricomposizione dell’alleanza progressista a Bari. La formula per ricucire passa da un ipotetico terzo nome, oltre i duellanti una volta in campo nelle ormai archiviate primarie. E su questo orizzonte non si è mi interrotto il filo del dialogo tra Michele Emiliano e Giuseppe Conte, che si sono sentiti anche venerdì nelle ore di maggiore tensione tra dem e 5S.

Dalle ricostruzioni che ha potuto verificare la «Gazzetta», già sabato scorso, quindi quasi otto giorni prima della data stabilità per le gazebarie, Vito Leccese e Michele Laforgia si erano incontrati e nel dialogo era emersa anche la questione del possibile passo indietro di entrambi. Tutto nasceva dalla crescente insofferenza dei pentastellati rispetto al clima alimentato dall’inchiesta «Codice interno». «Un passo di lato entrambi, e uno in avanti per la coalizione», la sintesi della conversazione, che però aveva trovato lo stop da parte del penalista della Giusta causa.

Giovedì mattina, dopo l’arresto di Sandrino Cataldo e l’indagine su Anita Maurodinoia, Laforgia ha chiesto a Leccese di sospendere le primarie. Tutto il conciliabolo, che ha coinvolto anche Antonio Decaro e Michele Emiliano, è durato alcune ore. La proposta era di dichiarare insieme, con un nota firmata quattro mani dai due candidati, che le primarie non si potevano tenere più per il contesto ormai cambiato (e compromesso). Fonti vicine a Decaro riferiscono che «i contatti, in chiave unitaria, ci sono sempre stati». E puntualizzano: «Da sei mesi». La proposta che avrebbe però trovato il consenso di Decaro era calibrata sul «fermare le primarie per cercare una soluzione unitaria su un altro nome». Nelle ore frenetiche di contatti e dialoghi, come per incanto dicono i ben informati, non è stato più raggiungibile il leder grillino Giuseppe Conte. Salvo ricomparire davanti i giornalisti per annunciare il game over delle primarie. Di fatto la scelta unilaterale dell’ex premier, non si sa bene quanto condivisa anche nel Movimento, ha fatto saltare tutti i sentieri diplomatici. E in casa dem qualcuno ha sbottato: «Non può essere, come dice Conte, che non ci sono più le condizioni per le primarie e quindi va Laforgia candidato…». Da qui la querelle sul terzo nome, che nei mesi scorsi è stato ricercato, sondato, e potrebbe avere anche un identikit. Alcuni negano che ci sia stato un nome formulato ufficialmente, altri dicono che a fare un nome mediano siano stati dirigenti dem (i diretti interessati smentiscono) ma tanti sussurrano che si siano tentate strade che portano a uomini d’ordine, autorevoli, con un passato specchiato. Nei mesi scorsi era stata sondata Anna Maria Tosto, ma l’attuale presidente dell’Apulia film, ex magistrato, aveva chiuso a ogni ipotesi di ulteriore impegno pubblico. Qualcuno avrebbe fatto anche il nome di Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato, già nominato alla Fondazione Petruzzelli, nonché editorialista e commentatore per media nazionali, personalità stranota ma anche distante dalle beghe amministrative cittadine...

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