Palcoscenico
Bari «saluta» Nicola Pignataro: dopo 50 anni, addio alla scena teatrale
Re delle esibizioni in vernacolo barese lascia dopo oltre mezzo secolo di attività
BARI - Giunse alla fine, dopo oltre 50 anni di carriera, il giorno dell’addio. L’attore Nicola Pignataro abbandona le scene. Nella sala del Teatro Purgatorio scambiamo qualche impressione con il decano del teatro barese.
Nicola Pignataro, classe 1943. È duro decidere di smettere?
«L’Estramurale Capruzzi era una parte della città conosciuta dal pubblico per il gran numero di teatri che ospitava: non solo il Purgatorio ma anche l’Anfiteatro, il Duse, il Barium, il teatro dell’Anonima. Di tanto fiorire non è rimasto nulla. L’Anfiteatro è diventata una moschea, lì dov’era il Barium sorgeranno appartamenti. È la dura legge del mattone. Del resto il rinnovo dei contratti di fitto richiederebbe somme enormi che nessuno dei teatranti è in grado di pagare. Il pubblico ama il teatro ma l’amore spesso finisce quando cala il sipario. Dovremmo alzare al massimo il costo del biglietto ma anche così non servirebbe. Dicevano i latini: mala tempora».
Qual è il segreto di un attore?
«Lavoro, lavoro, lavoro. E poi non dimenticare mai di guardare i colleghi in scena per “rubare” il mestiere. Così si è sempre fatto nel teatro italiano all’antica».
Dal Purgatorio sono passati tanti artisti che hanno fatto la storia del teatro leggero in Italia.
«Il Quartetto Cetra, poi Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, poi ancora Enrico Montesano e Pippo Caruso. I nomi non finiscono mai. Franca Valeri e Lino Banfi, Leopoldo Mastelloni e Lino Spadaro. Con Lino e Mariolina De Fano abbiamo costituito un trio d’eccezione che ha fatto conoscere il teatro in vernacolo. Poi sono venuti tanti attori. Non riesco a citare tutti, ci vorrebbe un articolo a parte».
Parliamo un po’ di futuro. Cosa farà una volta chiuso il teatro?
«Un viaggio di nozze. L’ho rimandato per 50 anni. Un viaggio al sole delle Canarie. Io e mia moglie Rita siamo sposati da 59 anni ma in realtà siamo ancora fidanzati».
Prima di lasciare il teatro una locandina attira l’attenzione. Presenta uno spettacolo importante per la storia della città di Bari: Chidde Dì di Vito Maurogiovanni con la regia di Michele Mirabella. Per fortuna di una stagione unica del teatro in vernacolo sono rimaste tracce importanti: locandine, copioni, video, programmi Rai, film. Cos’è in fondo il teatro se non una lunga storia d’amore.