Politica
Bari, palude centrosinistra, ma Decaro vede Vendola
De Santis (Pd): lunedì convocato il tavolo regionale. I conservatori giocano sulle «ripartenze»: nella rosa l’ex prefetto Bellomo, Patroni Griffi De Santis e i politici Melchiorre e Romito
BARI - Poteva essere la giornata del patto «dell’uva di Scotellaro» tra il sindaco di Bari Antonio Decaro e il presidente di Sinistra italiana Nichi Vendola, ma la strada per riportare armonia nel centrosinistra verso le comunali di giugno resta in salita. Galeotta la piece teatrale che ha visto ieri l’ex governatore sul palco del Piccinni con Carmela Vincenti, i due leader si sono incontrati ieri e hanno discusso dell’impasse che si registra nel fronte progressista. Nessuna dichiarazione dai protagonisti del dialogo ma alcune ricostruzioni descrivono una interlocuzione mirata a ricercare l’unità dell’alleanza, ora divisa nelle modalità di scelta del candidato sindaco: socialisti, verdi, vendoliani e movimenti sono per Michele Laforgia; il Pd e gli emilianisti per un’altra opzione che unifichi tutti; il M5S resta alla finestra. Il segretario regionale dem, Domenico De Santis, intanto, ha convocato per lunedì il tavolo regionale della «coalizione dei pugliesi»: ci sono i 5S, le civiche del governatore, Si, socialisti e vendoliani (invitata anche Azione), ma non la Giusta causa di Laforgia. L’ordine del giorno? «Vogliamo dare una mano nella ricerca della sintesi nella coalizione progressista che lavora al tavolo per Bari».
Michele Emiliano ieri invece ha raccolto gli applausi della platea di Fdi nella festa Atreju («questa festa si svolge sotto lo sguardo di San Michele», ha detto entrando nel parco di Castel Sant’Angelo): pungolato sulla querelle del suo eventuale terzo mandato, ha fatto un assist a Decaro («In Puglia abbiamo già un buon candidato come mio successore»). Poi ha lanciato il cerino nel campo conservatore sulla questione del tris per i governatori: «A livello nazionale temo che Fratelli d'Italia voglia far fuori tutti i governatori della Lega perché al Nord ha un peso importante equivalente a quello del partito di Salvini e con il limite dei mandati potrebbe sostituirli tutti. La Lega sta reagendo anche correttamente perché la sua forza è sostanzialmente locale». Alla fine la battuta sibillina che colpisce il centrodestra nazionale ma che sembra anche rivolta alle beghe baresi: «Alle volte tra alleati ci si può fare più male che tra avversari». La giornata, iniziata con il cordiale saluto con il leader meloniano pugliese Marcello Gemmato, si è conclusa con selfie e abbracci con i ragazzi di Gioventù nazionale.
Schieratissimo con Laforgia resta il Psi che con il segretario nazionale Enzo Maraio ha ribadito che «ha capacità politica e aggregativa. I numeri dicono che è vincente. Perché il Pd dice no? Qui c’è Laforgia e non vediamo all’orizzonte alternative che si chiamano Sandro Pertini o Alcide De Gasperi». E sulle Europee Maraio ha messo i paletti: «Difficile dialogare con il Pd. Con il Terzo polo siamo distanti a Bruxelles. Guardiamo alle forze che hanno valori e ideali compatibili con i nostri. E sulla scheda ci sarà un chiaro riferimento alla nostra storia». Non si può dunque escludere un triciclo con Si e Verdi. A Bari si organizza anche la sinistra radicale con la piattaforma Prospettiva 2029 (con Unione popolare, Pci, Ri e parte di Italia sovrana e popolare). Per uno dei promotori, Andrea D’Agosto, «bisogna porre rimedio allo sfascio neoliberale della giunta Decaro».
A destra si prosegue sullo «schema alla Eugenio Fascetti», tutto calibrato sulle ripartenze: nella rosa dei papabili ci sono l’ex prefetto Antonia Bellomo, l’imprenditore Luigi De Santis, l’accademico Ugo Patroni Griffi, ma non si può escludere il ritorno ad una opzione politica con il meloniano Filippo Melchiorre sempre corteggiato, mentre la Lega potrebbe schierare o il deputato Davide Bellomo o il consigliere regionale Fabio Romito.