I conti in tasca
Doni sotto l'albero di Natale, i baresi spenderanno duecento euro a testa
Stime in aumento rispetto allo scorso anno. D’Ingeo (Confcommercio): «Meglio comprare i regali nel negozio sotto casa
BARI - Il bicchiere è sicuramente a metà. Bisogna solo capire se mezzo pieno o mezzo vuoto, anche se la certezza matematica, su quanto si spenderà a Natale oltre le previsioni già possibili, si avrà solo con i bilanci finali in chiusura anno.
Secondo le stime di Confcommercio questo Natale risaliranno leggermente le spese procapite con 186 euro a testa, in aumento rispetto ai 165 euro dell'anno precedente; mentre il quadro che emerge dal consueto sondaggio Confesercenti-Ipsos prevede un importo di spesa sui 223 euro per i doni da mettere sotto l'albero, il 13% in più dello scorso anno.
Previsioni ottimistiche, ma che sono pur sempre previsionali da verificare a fine mese.
«Quello che sicuramente puntiamo ad incentivare e che è anche il nostro personale invito, è di andare a comprare nei piccoli negozi – spiega da tempo il presidente di Confcommercio Bari Bat Vito d'Ingeo -. Bisogna tornare a comprare sotto casa, nei negozi di prossimità, che sono la vera anima del commercio barese. Le compere natalizie sono emozione e solo il piccolo negozio sa garantire e curare il cliente regalando una emozione unica».
Qualche domanda qua e là tra quanti si ritrovano in centro nell’occasione della festa dell’Immacolata a sbirciare tra vetrine e luci colorate, permette il farsi uno scenario di massima: la voglia di spendere c'è, ma anche la cautela. «Stiamo guardando – conferma una coppia -, ma per i pensierini di Natale faremo sicuramente un salto ai mercatini dell'artigianato. Si trovano sempre piccoli doni graziosi e senza spendere troppo. Le risorse sono limitate».
A questo punto tutto dipende dal meteo: se nei fine settimana fino a Natale il tempo si mantiene bello e senza pioggia, c'è da sperare che in tanti siano invogliati a passeggiare e lasciarsi tentare da comprare, in alternativa le strade verrebbero penalizzate dai grandi centri commerciali.
Certo, quello che preoccupa è il 2024. La ripresa dei consumi nel prossimo anno «rischia di essere più lenta delle attese, anche per effetto degli elevati tassi di interesse», emerge dall'indagine Confesercenti con le famiglie italiane che saranno nuovamente indotte ad aumentare il proprio risparmio, con una crescita dei consumi che si fermerebbe di conseguenza allo 0,8%. Un ridimensionamento che invece Confcommercio rivede al rialzo: «i minori costi energetici diminuiranno le incertezze delle famiglia – si spiega – anche se sarà un anno impegnativo alla luce della difficile situazione internazionale».