Il caso

Ulivi tagliati e divelti: continua la mattanza tra Bitonto e Terlizzi

Isabella Maselli

Allarme nelle campagne del Barese, Come se Xylella e grandinate non bastassero a mettere in ginocchio gli imprenditori agricoli

Come se Xylella e grandinate non bastassero a mettere in ginocchio gli imprenditori agricoli, in particolare gli olivicoltori, nei campi del Barese continua «la vile mattanza di ulivi», come la definisce Coldiretti, da parte della criminalità. L’ultima «strage» di ulivi è stata registrata nelle campagne tra Bitonto e Terlizzi, «proprio quando è alle porte la raccolta delle olive in una campagna che si prospetta ottima per quantità e qualità» denuncia l’associazione degli agricoltori. Le piante, come documentano le immagini, sono state «selvaggiamente tagliate e sfregiate».

«La criminalità - dice Coldiretti - distrugge in pochi attimi il lavoro di anni degli olivicoltori e azzera la concorrenza e il libero mercato legale soffocando l’imprenditoria onesta, anche compromettendo in modo gravissimo la sicurezza delle campagne e la qualità dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy».

Un fenomeno, quello dei raid nei campi, e non soltanto sugli ulivi, denunciato da anni e sul quale le forze dell’ordine hanno avviato un monitoraggio capillare, con l’obiettivo di prevenire e sanzionare. Ma le razzie di piante sono all’ordine del giorno e un controllo totale del territorio è pressoché impossibile. Gli stessi agricoltori si sono organizzati con ronde notturne per tentare di scongiurare danni alle coltivazioni, affidandosi in alcuni casi a istituti privati di vigilanza.

«Il mondo della produzione agroalimentare è sotto attacco - continua Coldiretti - perché rappresenta una grande realtà economica e sociale intorno alla quale si sviluppa un notevole indotto e che può rappresentare, se opportunamente valorizzata, il motore di uno sviluppo diffuso per l’intera regione che nel 2022 ha raggiunto, nonostante le minacce del clima e della siccità, il valore di oltre 3 miliardi di euro di produzione lorda vendibile e oltre 5 miliardi di valore dell’agroalimentare».

L’associazione torna a denunciare che «la criminalità opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea. Ma la criminalità spicciola - continua - rende difficile la quotidianità degli imprenditori in campagna, con i raid che sono un fenomeno ormai senza soluzione di continuità da anni e costringono gli agricoltori a vigilare di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. Si moltiplicano i furti di ferro, acciaio, rame, cavi elettrici e telefonici in campagna, con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni agricole che hanno bisogno di acqua».

Nel periodo della raccolta delle olive, in particolare, «i predoni delle campagne fanno razzia»: in due tre minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. E la stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, «perché i gruppi criminali - conclude Coldiretti - seguono la stagionalità delle produzioni». 

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