La storia

Bari, l'odissea di un paziente col morbo di Crohn: «Il Policlinico già mi cura, perché le visite altrove?»

Flavio Campanella

Il racconto di un 25enne cardiopatico costretto ad andare a Bologna perché non gli è stata fissata la consulenza cardiologica

BARI - La riduzione delle liste d’attesa è ancora una chimera, soprattutto riguardo ad alcune prestazioni. Lo è (una illusione) anche al Policlinico, dove pure a fine marzo scorso hanno ultimato e inviato un piano attuativo per diminuire i tempi necessari a ottenere visite ed esami strumentali chiesto perentoriamente dall'assessorato regionale alla Sanità nel tentativo di invertire la tendenza. Sono passati sei mesi, ma verba volant, nonostante le parole siano scritte nero su bianco su un documento ufficiale in cui sono specificati gli obiettivi da raggiungere, fra cui favorire il percorso dei pazienti più fragili affetti da patologie di natura oncologica o da malattie croniche e rare «creando delle specifiche agende per le prime visite per poi, una volta inquadrati, farli entrare all’interno di specifici percorsi, in modo da garantire la prenotazione interna di tutte le prestazioni necessarie per concludere l’iter diagnostico terapeutico ed effettuare i controlli da parte del medico che li ha in cura»...

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