Protagonista di Blanca
Prix Italia a Bari, la foggiana Giannetta: «Altro che eroina, Blanca piena di scudi e fragilità»
Dal 5 ottobre su Rai1 la seconda stagione della serie
BARI - «Ho cercato di rappresentare la crisi di una ragazza di 26-27 anni che deve trovare un lavoro ma soprattutto superare i suoi limiti emotivi. È una persona piena di scudi e di armature che non riesce ad andare al di fuori di se stessa. Non riesce neanche a cedere all’amore di qualcun altro perché è troppo concentrata su se stessa. Il suo orgoglio glielo impedisce». Lo dice Maria Chiara Giannetta che dal 5 ottobre torna su Rai1 con la seconda stagione di Blanca, presentata al Prix Italia a Bari con il co-protagonista Giuseppe Zeno.
E proprio rivolgendosi a Zeno, che interpreta l’ispettore Liguori, l’attrice scherzando dice: «E tu sei uguale a me!». "Sono due persone che si scontrano - spiega - perché non riescono a cedere una all’altro, devono fare i conti con il loro brutto caratteraccio. Mi piace lavorare sui difetti dei personaggi, non solo sulle cose buone. Poi Blanca ha delle intuizioni e sono le cose più vere che ha. Non parlerei di superoina, né di criptonite. La sua cecità è la sua grande forza, quella che l’ha fatta rialzare e le fa dire: io posso fare le cose che voi non potete».
Blanca è diretta da Jan Maria Michelini e Michele Soavi e prodotta da Lux Vide (società del gruppo Fremantle) in collaborazione con Rai Fiction.
LE PAROLE DI DECARO SINDACO DI BARI
«Torniamo col Prix Italia al centro del mondo, con le trasmissioni che verranno presentate qui». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, all’inaugurazione della 75/a edizione del Prix Italia in piazza Ferrarese.
«Il tema della sostenibilità anche quest’anno - spiega - ci porta a fare un passo in avanti: la mobilità sostenibile, l'incentivo a trasporto pubblico locale, la mobilità ciclistica, l'economia circolare, un investimento da 26 milioni di euro per i 41 comuni dell’area metropolitana barese di forestazione urbana, un’azione di contrasto ai cambiamenti climatici, di miglioramento della qualità ambientale».
Decaro ringrazia poi il Prix Italia che, anche quest’anno, concretamente, lascia un segno del passaggio con l’opera di Michelangelo Pistoletto dal titolo Still Life, fatta con il legno degli ulivi colpiti dalla xylella che tornano a nuova vita con l’arte all’interno del Parco Maugeri nel quartiere Libertà. Decaro ricorda anche la stagione di prosa all’interno del teatro Piccinni con la prima di un documentario su Italo Calvino con Neri Marcorè.
LO SPECIALE PER I 75 ANNI DELLA COSTITUZIONE
La storia della Legge fondamentale dello Stato: la Costituzione italiana. La ripercorre - a 75 anni dall’entrata in vigore - lo Speciale «La Legge fondamentale» di Clemente Volpini con la regia di Matteo Bardelli, in anteprima per il Prix Italia, anch’esso nato 75 anni fa, lunedì 2 ottobre alle 16.10 su Rai 3 e in prima visione venerdì 6 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.
Il 25 giugno 1946, a Roma, si aprono solennemente i lavori della Costituente: un’assemblea, eletta da milioni di italiani e italiane, che ha il compito di scrivere una nuova Costituzione per la Repubblica nata dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946. I lavori si concluderanno dopo 170 sedute alla fine del 1947. Il 22 dicembre 1947, con 453 favorevoli e 62 contrari, l'Assemblea approverà infatti la Costituzione della Repubblica Italiana che entrerà in vigore il 1 gennaio 1948.
Lo speciale si avvale dei materiali delle Teche Rai e del contributo della Presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra. Il racconto è completato dalle testimonianze d’archivio di Leonetto Amadei, Lelio Basso, Filomena Delli Castelli, Walter Binni, Vittorio Foa, Nilde Iotti, Giorgio La Pira, Giovanni Leone, Teresa Mattei, Meuccio Ruini e Oscar Luigi Scalfaro.
Al Prix Italia Italo Calvino a 100 anni dalla nascita
Sbarca in anteprima al Prix Italia l'avventura del più importante e indefinibile degli scrittori italiani del Novecento narrata nel documentario Lo scrittore sugli alberi - Italo Calvino a cent'anni dalla nascita, anteprima di stagione al Teatro Comunale Piccinni di Bari, introdotta da una lettura del grande scrittore con Neri Marcorè. Il documentario, scritto e diretto da Duccio Chiarini e coprodotto da Rai Documentari e Arte, ne rilegge il percorso artistico attraverso una delle sue opere più note, «Il Barone Rampante».
Nel 1957 viene pubblicato il romanzo, destinato a diventare un classico della letteratura italiana, in cui si racconta di come un giorno d’estate un giovane barone di nome Cosimo Piovasco di Rondò, dopo una lite col padre che lo voleva costringere a mangiare un piatto di lumache, sale su un albero e decide che non scenderà mai più. Lo stesso anno Italo Calvino, autore de «Il Barone Rampante», dopo aver visto i carrarmati russi reprimere nel sangue la pacifica insurrezione di Budapest, restituisce la tessera del Partito Comunista Italiano in cui militava dal 1944. Come Cosimo di Rondò, nemmeno Italo scenderà più da quei rami, dai quali però continuerà ad osservare il mondo e a raccontarlo.
Questo documentario utilizza il libro forse più simbolico di Italo Calvino come un prisma attraverso cui ricostruire il rapporto tra l’opera dell’autore e i contesti storici e politici che ha attraversato, nella costante ricerca della giusta distanza dalle cose del mondo. Sarà lo stesso autore a guidarci nell’esplorazione della propria avventura attraverso le interviste d’archivio, dialogando nel presente con la voce speciale e privata della figlia Giovanna e con quelle di artisti e intellettuali contemporanei, che rifletteranno sul lascito profondo di Calvino. La scommessa del film è di offrire un nuovo sguardo sul più conosciuto autore del Novecento, anche grazie a inediti filmati, foto e lettere autografe concessi in esclusiva dalla figlia Giovanna, in particolare per quanto riguarda la formazione del suo immaginario, l’esperienza partigiana prima e la militanza nel Pci poi, il rapporto creativo con città come Parigi e New York, il rapporto con l’osservazione scientifica nell’ultima parte della vita. Sulla lapide di Cosimo Piovasco di Rondò fu scritto: «Visse sugli alberi - amò sempre la terra - salì in cielo». Ed è la migliore sintesi possibile della storia di Italo Calvino. Tra gli intervistati: Giovanna Calvino, Ernesto Ferrero, Marie Fabre, Stefano Bollani, Letizia Modena, Mario Barenghi.