Istruzione

Caro affitti a Bari, fuorisede alla carica: «Leso il diritto allo studio»

Ninni Perchiazzi (foto Donato Fasano)

Appello al Comune di Link: un tavolo con Atenei e Adisu e subito una cabina di regia per aumentare l’offerta di alloggi e calmierare i prezzi. Una interrogazione alla Camera della deputata Patty L’Abbate

BARI - Caro affitti e diritto allo studio, i prezzi continuano a lievitare e gli studenti a Bari scendono di nuovo in piazza. Di fatto, studiare fuori casa è un costo sempre meno sostenibile.

Dopo la mobilitazione della scorsa primavera con le tende da campo installate a ridosso dell’Ateneo - sull’onda della protesta divampata in tutta Italia -, gli universitari del capoluogo tornano a manifestare in piazza, sollecitando le istituzioni a trovare soluzioni immediate.

Flash mob e assemblea pubblica portano con se la richiesta di aprire un tavolo tecnico «che riprenderà un anno e mezzo di interlocuzioni con il Comune di Bari sul tema dell’abitare», fanno sapere da Link Bari, per voce del coordinatore Gennaro Cifinelli. Gli studenti fuorisede chiedono a Palazzo di Città, ed in particolare all’assessore con delega alla Città universitaria Paola Romano, di fare da trait d’union con Atenei e Agenzia regionale per il diritto allo studio (Adisu), con l’obiettivo di definire strategie e soluzioni in grado di porre fine al fenomeno, a partire dall’aumento dell’offerta di alloggi pubblici, in modo da poter incidere sul costo degli affitti privati. In base alle stime di Link, si aggira attorno a 600-700 il numero degli studenti idonei richiedenti, ma non assegnatari di un alloggio.

«Da mesi denunciamo la perdurante e grave situazione che riguarda l'accesso alla casa nel nostro territorio. I dati sono allarmanti, si parla di un aumento del 29% per il costo di una stanza singola - dice ancora Cifinelli -. Questa situazione ha cause molteplici, la prima è la storica carenza di posti alloggio nelle residenze pubbliche, su cui il governo è colpevole di non star sfruttando in modo adeguato i fondi del Pnrr per raggiungere l'obiettivo di 100mila posti negli alloggi pubblici in Italia entro il 2026».

Turismo - L'altra principale causa è da ricercarsi nel boom del settore turistico, con un numero sempre maggiore di immobili destinato al mercato degli affitti brevi piuttosto che al mercato degli affitti per studenti e/o famiglie. «Tante città europee hanno messo un freno al'ondata speculativa sugli affitti causata dal turismo. Da oltre un anno chiediamo la revisione del canone concordato (fermo al 2004), ma non basta, serve intervenire sull'offerta, fissando delle quote massime di alloggi destinabili al mercato degli affitti brevi, serve censire il patrimonio immobiliare del territorio sfitto o in disuso per creare nuovi posti alloggio», afferma Giulia Lenoci (esecutivo di Link Bari).

Quotazioni Settembre, con l’avvio del nuovo anno accademico, non ha portato buone nuove. Nel capoluogo una stanza costa agli studenti il 20% in più rispetto all’anno scorso, con gli affitti che oscillano da 240 a 379 euro. Il canone medio è di 302 euro, cresciuto di ben 50 euro rispetto ai 252 del 2022. Di fatto, poco è cambiato in seguito alla mobilitazione di aprile scorso, come testimonia l’indagine svolta da Cerco Alloggio - il portale che propone un servizio di ricerca alloggi in collaborazione con università ed enti per il diritto allo studio - tra metà giugno e fine agosto per monitorare il mercato degli affitti, i prezzi delle stanze e le tipologie di contratto.

In base alla rilevazione di Immobiliare.it Insignts, Bari risulta 14ª, a metà della classifica nazionale, con una richiesta media pari a 356 euro al mese per la stanza singola. Una rivalutazione che l’ha portata ad essere la seconda città più cara del Mezzogiorno dopo Napoli (richiesti 363 euro), anche perché ha registrato l’incremento più sostanziale in 12 mesi sebbene l’offerta delle stanze sia aumentata del 34% e la domanda sia scesa del 5%.

Costi spropositati che spesso non fanno il paio con la qualità. Gli studenti infatti denunciano costi abnormi - 300/400 euro - per camere definite imbarazzanti, tra bagni nelle verandine e condizioni igieniche al limite della decenza, umidità alle pareti, spazi ristretti in cui abitano 6-7 persone, cucine senza lavandino, piani rialzati a bordo strada e soluzioni addirittura negli scantinati.

L'Abbate: «Caro affitti, gli studenti hanno bisogno di risposte»

Una interrogazione alla Camera della deputata Patty L’Abbate

La situazione degli studenti alle prese con il caro affitti ha bisogno di risposte. Ne è convinta l'onorevole Patty L'Abbate (capogruppo M5s) che in merito ha presentato una interrogazione alla Camera.
«Dall'ultimo rapporto di Immobiliare.it, si evince che gli affitti sono addirittura aumentati, raggiungendo il prezzo medio più alto degli ultimi due anni a giugno 2023, nonostante le rassicurazioni del Governo in seguito alla mobilitazione nazionale di massa degli studenti contro l'emergenza abitativa dovuta al caro affitti, in particolare, il capoluogo della regione pugliese è 14° in Italia con una richiesta media di 356 euro al mese per stanza ed è la città del Mezzogiorno che nell'ultimo anno ha registrato l'aumento maggiore, con un rincaro del 29% – spiega l'onorevole -. Eppure l'offerta delle stanze per chi frequenterà i corsi di laurea universitari o degli Afam di Bari è aumentata del 34% mentre la domanda è scesa, registrando un -5%.
Si rende necessario prevedere una forma di tutela più efficace del diritto allo studio, inteso quale diritto all'accesso nel percorso formativo di ognuno, a prescindere dalle condizioni socio-economiche di partenza. Allo stato attuale, sono numerosi gli indicatori che certificano la presenza di una disuguaglianza sociale che colpisce gli studenti universitari, i quali incontrano ingenti difficoltà a far fronte ai costi di sostentamento durante il proprio percorso di formazione, non solo in relazione alla questione del caro affitti, ma anche alla tempistica con la quale vengono pubblicati i bandi relativi all'attribuzione per concorso delle borse di studio, che risulta disomogenea a livello nazionale; così come risulta aleatoria la tempistica di erogazione delle borse di studio, la quale assume sempre più la funzione di mero «rimborso». In sostanza gli strumenti di sostegno ad oggi previsti risultano insufficienti a provvedere alle esigenze dei singoli studenti. La soluzione si auspica sia una riforma che miri a favorire un modello competitivo nell'ambito della ricerca. Si rende necessario quindi - conclude -, un intervento normativo, finalizzato a rendere i giovani studenti universitari indipendenti, con lo scopo di garantire un eguale percorso formativo a prescindere dal loro status sociale».

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