Giustizia

Abuso d’ufficio, Decaro respinge le critiche dell’Ue

Alessandra Colucci

«Non vogliamo l’immunità, ma certezze sulle responsabilità»

BARI - Rispetto allo scorso anno, in materia di stato di diritto, l’Italia non ha fatto significativi passi in avanti, confermando una sostanziale situazione di stasi. È quanto emerge dal rapporto 2023 dell’Ue che, di fatto, anche quest’anno conferma le raccomandazioni già espresse nel 2022 dalla Commissione europea, mettendo in evidenza come, a proposito dei punti più critici, nulla si sia mosso. Dito puntato sulla lentezza dei processi che, nonostante una leggera flessione, rappresenta una «sfida seria» per il sistema, e sulla proposta abolizione del reato di abuso d’ufficio, che potrebbe «compromettere la lotta alla corruzione».

Accanto a queste ombre c’è anche una buona notizia, ovvero i «progressi significativi» nella digitalizzazione della giustizia. Un indicatore importante, anche alla luce della messa a terra del Pnrr.

Sul tema legato al reato di abuso di ufficio e, in particolare, sulle responsabilità dei primi cittadini, il presidente nazionale Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro non ha dubbi: «Non abbiamo mai chiesto come Anci l’immunità o l’impunità - puntualizza - ma la definizione di un perimetro certo per le responsabilità dei sindaci nell’ambito delle loro funzioni». Una battaglia che Decaro porta avanti da tempo, ricordando che «nel 93% dei casi le inchieste per abuso d’ufficio non arrivano nemmeno al giudizio, ma intanto gli amministratori hanno subito un grave danno di reputazione per la propria vita e per la carriera, non solo politica».

«È stata presentata una proposta di legge che mira ad abrogare il reato di abuso di ufficio pubblico e a limitare la portata del reato di traffico di influenze» si legge nel rapporto, che continua mettendo in evidenza come «le modifiche depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero comprometterne l’efficace individuazione e contrasto».

Decaro non ci sta e rileva come «ogni giorno, un sindaco deve decidere se firmare un atto, rischiando l’abuso d’ufficio, o non firmarlo rischiando l’omissione in atti d’ufficio e questo rallenta le procedure proprio quando ci viene chiesto di accelerare sui progetti Pnrr». «Non vogliamo sottrarci ai controlli delle procedure - precisa il numero uno Anci - anzi io sono convinto che un sindaco che sbaglia debba pagare anche più di altri. Chiediamo solo certezze che ci permettano di lavorare».

Giunta ormai alla quarta edizione, la relazione sullo Stato di diritto in Europa, analizza quattro macro-temi: il sistema giudiziario, la corruzione, gli «anticorpi» (check and balances) e i media. Presentando il documento, la vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova, ha sottolineato come non sia stato «osservato alcun regresso importante in nessuna delle aree coperte quest’anno», aggiungendo però la necessità «di ulteriori azioni e in alcuni Paesi prevale il rischio sistemico». A livello globale, comunque, la nota positiva è che «dal 2022 sono stati fatti progressi su due terzi delle raccomandazioni» formulate nel rapporto dell’anno scorso.

Tornando all’Italia, il rapporto indica che «sono stati compiuti alcuni progressi nell’adozione di una legislazione completa sui conflitti di interesse» dopo che «gli sforzi precedenti per varare una legislazione completa sui conflitti di interesse per i titolari di cariche politiche, compresi i parlamentari, si sono arenati nel corso degli anni».

Ma si deve fare di più e, per questo motivo, l’Ue sprona l’Italia ad «adottare norme complete sui conflitti di interesse e sulla regolamentazione delle attività di lobbying, istituendo un registro operativo». Inoltre, è arrivata anche la richiesta di «affrontare in modo efficace e rapido la pratica d’incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sui finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorali». Sul fronte dei media, infine, risulta «necessario rafforzare le garanzie per l’indipendenza editoriale e finanziaria del servizio pubblico», cioè la Rai.

Privacy Policy Cookie Policy