Lo scenario
Boom di furti di pneumatici, nel Barese prolifera il mercato nero
In espansione la nuova frontiera del malaffare tra officine clandestine e ordinazioni su internet. Nel mirino dei predoni anche marmitte, fari e airbag
Dati Principali. Condizione: come nuovo-usato. Descrizione: Winter 235/45...ultra performance. Gomme inverno ed estate, gomme estive nuove usate solo un mese, (400km circa) per euro 550. Spedizioni rapide in 24/48 h. Vendo anche ruotino nuovo. Consegno su Bari e provincia. Pagamento: contanti alla consegna. AAA vendesi pneumatici rubati. Il mercato parallelo dei pneumatici e dei cerchioni d’auto provento di furto viaggia sotto false certificazioni nel mondo negli annunci gratuiti «on line», sulle chat private e in quella rete sotterranea che alimenta le scorte di officine «borderline» e con pochi scrupoli, per la riparazione delle ruote d’auto.
In questa rete illegale, mimetizzata con cura, ora al centro di una serie di controlli mirati, secondo gli investigatori stanno finendo le ruote d’auto rubate nell’area metropolitana di Bari.
La frequenza dei colpi, le modalità delle razzie e l’estensione del fenomeno inducono ad ipotizzare l’esistenza di una rete di ricettazione nel quale gli autori dei colpi, organizzati per bande, sanno come far confluire i proventi delle incursioni notturne, solitamente effettuate in serie.
Bari, Trani, Molfetta, Altamura, Monopoli e Acquaviva i centri nei quali da aprile ad oggi è stato presentato il maggior numero di denunce per furti di pneumatici di auto in sosta.
Guardando le ultime raccolte dei dati ufficiali, ogni giorno dalle strade dei 41 Comuni della provincia di Bari (popolazione un milione e 257.520 persone) spariscono in media poco più di 19 automobili. Un business criminale che si sta caratterizzato per una nuova tendenza: la specializzazione. Ci sono bande, ad esempio, che nascono per dedicarsi al furto di specifici modelli. Operano esclusivamente in alcune città e per periodi più o meno lunghi fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Poi ci sono i ladri della «parti del tutto», i cannibali che a seconda dei bisogni (e delle ordinazioni) puntano non solo ai ricambi «di base» come ruote, marmitte, volanti (vanno a ruba quelli della Daimler AG, la casa che detiene la Mercedes e la Smart) e le costose batterie al litio ma anche ai ricambi di carrozzeria (cofani, paraurti), di meccanica (radiatori, ammortizzatori) ed accessori (catene, deflettori).
L’allarme è confermato da Codacons e Federcarrozzieri, che insieme hanno registrato una crescita del 30% delle cannibalizzazioni «on the road», ossia fatte direttamente sulla strada e nei parcheggi.
Secondo l’Associazione italiana periti estimatori danni, inoltre, nel borsino dei pezzi più rubati insieme ai pneumatici ci sarebbe stata una impennata di alcuni «articoli» in particolare: videocamere, paraurti, fari, cerchi in lega, marmitte catalitiche, airbag e interi cruscotti.
Il problema parrebbe riconducibile in qualche misura alla penuria di materie prime determinata dalla somma di una serie di congiunture sfavorevoli provocate prima dal post Covid poi dalla guerra in Ucraina.
Pezzi sempre più difficili da trovare e sempre più costosi hanno fatto nascere un vero e proprio mercato nero dei ricambi, con un incremento delle razzie a danno di auto ma anche di scooter e moto.
Si è indotti a pensare che cannibalizzare un’auto in sosta sia troppo macchinoso e comporti perdite di tempo pericolose. I ladri più esperti ci mettono due minuti a smontare una marmitta senza neanche dover sollevare l’auto (i modelli prediletti sono la Smart e le ibride ed elettriche Toyota). Quelli di pneumatici, in azione, sembrano i meccanici di Formula 1 durante un pit-stop.