Calcio

Aurelio De Laurentiis: «Se il Bari va in A sarà ceduto a chi saprà gestirlo bene»

Le parole del presidente del Napoli: «Deve saper dare un'impostazione industriale»

BARI - «Che cosa accadrà se il Bari sarà promosso in serie A? Lo venderemo». Stavolta le parole di Aurelio De Laurentiis non sembrano provocatorie o fuori contesto. Il patron della Filmauro e presidente del Napoli capolista in serie A è intervenuto ieri al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania «Luigi Vanvitelli» a Santa Maria Capua Vetere.

E il destino del club biancorosso è stato toccato da vicino. «Lotto da sempre per equiparare il Sud al Nord - le parole di De Laurentiis -, non a caso sono proprietario anche del Bari. In tanti mi chiedono quali saranno le prospettive del club biancorosso in caso di promozione: ebbene, lo cederemo. Ma certo non al primo che capita: valuteremo interessamenti soltanto di chi saprà gestirlo come un’opera d’ingegno. Il club va lasciato in mani sicure: abbiamo investito cento milioni di euro in quattro anni, non lo darei mai a chi può distruggere tutto».

Fin qui, il pensiero testuale del celebre produttore cinematografico. A dieci giornate dal termine del campionato di serie B, con i biancorossi in piena lotta per il salto diretto sul palcoscenico più prestigioso, non può davvero sembrare uno scenario futuristico.

AVANTI TUTTA La proprietà innanzitutto si rende conto che si sta vivendo un’annata straordinaria, sicuramente oltre le aspettative. Dopo quattro anni trascorsi tra serie D e C ricostruendo dalle macerie, l’approccio ad una cadetteria ricca di grandi piazze è stato prudente: la priorità era blindare la permanenza, tenendo, però, lo sguardo sempre alto, senza porsi limiti. Ma adesso si è schiusa una porta che forse qualche mese fa pareva invalicabile: l’intero clan biancorosso ci crede e se la giocherà fino in fondo. Lo scenario in caso di trionfo (e quindi di approdo nella stessa categoria del Napoli) è noto: la Filmauro dovrà dismettere uno dei due club entro 30 giorni dal termine dell’attuale stagione sportiva (che finirà il 30 giugno), pena la perdita dell’affiliazione federale al club che l’ha ottenuta per secondo (il Bari). I tempi per trovare la soluzione ideale sarebbero ristretti, ma tale eventualità ora non spaventa. Anzi: si stanno ponendo le basi per affrontare la spinosa questione.

DUE CLUB APPETIBILI Da un lato, il Napoli sta vivendo il torneo della vita. Un club completamente restaurato sul piano economico domina in Italia e guarda con ambizione l’Europa, attestandosi finora tra le più brillanti realtà in Champions League. Facile immaginare che stia attirando interessi di altissimo profilo. Non sarebbero affatto boutade le voci che riportano offerte d’acquisto superiori al miliardo di euro: proposte, tuttavia, fin qui puntualmente rispedite al mittente. Per quanto dal club azzurro forse in questo frangente si potrebbe ottenere il valore massimale, l’intenzione della proprietà pare ferma nel non privarsene (a meno di improbabili cambi di opinione). E allora, inevitabilmente, si aprirebbe il capitolo della cessione dei Galletti. Nei quattro anni di gestione De Laurentiis, le manifestazioni d’interesse non sono mancate, ma la proprietà non ha inteso approfondire dialoghi, convinta nel portare avanti il suo progetto. La società, però, è snella, priva di esposizioni di rilievo: la gestione è oculata, non si sono accumulati debiti malgrado gli sforzi per arrivare in B, peraltro nel periodo funestato dal Covid.

GARANZIE E PROGETTI Non ha bluffato, Aurelio De Laurentiis. Chi si avvicinerà alla società pugliese dovrà avere un profilo di altissimo livello. Sia per soddisfare richieste economiche equiparate agli investimenti effettuati negli ultimi quattro anni, sia per proseguire la crescita di una società che vanta l’ottavo pubblico d’Italia e deve puntare a radicarsi senza affanni in serie A. In caso di promozione, il Bari si ritroverebbe oltre quaranta milioni di diritti televisivi già virtualmente acquisiti: il valore del club, pertanto, sarebbe elevato, ma metterebbe in vetrina una piazza in visibilio, uno stadio completamente rimodernato, un patrimonio calciatori che ha conservato anche i gioielli Caprile e Cheddira. Gli emissari di alcuni fondi di investimento americani avrebbero a più riprese chiesto informazioni: oggi probabilmente si tratterebbe della pista più facilmente percorribile, trattandosi di investitori sempre più presenti sul calcio italiano. Difficile, ma non impossibile, che intervengano imprenditori del territorio: la stessa famiglia Casillo è felice dell’attuale accordo di sponsorizzazione, ma non contempla (almeno per ora) passi ulteriori e sta intensificando il rapporto di collaborazione con il Milan. Alla finestra rimane Nicola Brienza - imprenditore originario di Santo Spirito con attività in Germania, Cina e Brasile - che già in passato aveva manifestato un concreto interesse per il Bari. Il nodo cruciale, in questo caso, resta il prezzo. L’impressione, comunque, è che il tempo delle grandi decisioni non sia lontano. A fine campionato, con o senza serie A, i tempi potrebbero essere maturi per compiere scelte definitive e schiarire il futuro biancorosso una volta per tutte.

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