Il caso

Imbrattati i muri della sede Cgil Bari, sindacato presenta denuncia

Redazione online

Riguarda anche minacce ricevute su profili social sindacalisti

BARI - «Con l’avvocato Onofrio Sisto abbiamo presentato al procuratore della Repubblica di Bari una denuncia alla luce degli atti intimidatori che hanno coinvolto la nostra Camera del lavoro e anche dei fatti che si sono sviluppati successivamente sulle reti social, sia sui profili della Cgil sia su quelli personali di alcuni dirigenti sindacali, fra i quali la sottoscritta». Lo ha detto la segretaria generale Cgil Bari, Gigia Bucci, uscendo dalla Procura di Bari dopo il deposito della querela per l’attacco subito dalla sede del sindacato nel quartiere Japigia di Bari lo scorso 18 gennaio, quando alcuni vandali hanno imbrattato i muri con scritte no vax e da frasi che inneggiano a una lotta contro il sindacato.
«Abbiamo ricevuto importanti rassicurazioni da parte del procuratore Rossi rispetto alle indagini già partite e riponiamo massima fiducia nei confronti della magistratura - ha aggiunto -. Non intendiamo sottovalutare questi gesti vili». «In queste ore stiamo raccogliendo la solidarietà di tantissime persone, a partire dal sindaco Decaro e dal governatore Emiliano - ha spiegato ancora Bucci -. Intendiamo continuare a denunciare qualsiasi atto si svilupperà nelle prossime ore perché la migliore risposta possibile è la denuncia». Bucci ha anche confermato di aver ricevuto molta solidarietà dopo la fiaccolata organizzata dopo la scoperta degli atti vandalici. «Abbiamo visto una presa di coscienza da parte della cittadinanza che vive spesso in solitudine sentimenti di paura e smarrimento - ha detto -. Nel momento in cui i cittadini vedono organizzazioni grandi come la Cgil denunciare assumono anche loro maggiore coraggio, ed è quello che serve in questo momento». 

«La Cgil è stata presa di mira perché è un presidio democratico e i presidi democratici, rispetto a movimenti di matrice anarchica o fascista, rappresentano un problema». Lo ha detto la segretaria generale Cgil Bari, Gigia Bucci, uscendo dalla Procura di Bari dopo il deposito della querela per l’attacco subito dalla sede del sindacato nel quartiere Japigia di Bari lo scorso 18 gennaio, quando alcuni vandali hanno imbrattato i muri con scritte no vax e da frasi che inneggiano a una lotta contro il sindacato. «Noi non ci siamo mai sentiti un problema - ha aggiunto -. Noi difendiamo la democrazia proprio attraverso i presidi, attraverso le Camere del lavoro ramificate in tutta Italia». «Il problema - ha precisato Bucci - è chi non sta nella Costituzione. La nostra Costituzione è anti fascista, quindi tutto ciò che è fascista andrebbe sciolto, abrogato ed eliminato». Bucci ha spiegato che i gruppi, come quello che ha attaccato la Cgil barese, adesso "iniziano a identificarsi maggiormente. All’inizio sono venuti fuori sul tema dei vaccini - ha detto - ora, dalle scritte che registriamo nella nostra sede, si richiamano al tema del clima e del modello di sviluppo». Bucci ha inoltre detto che i lavori di pulizia dei muri sono stati avviati. «Richiederanno del tempo - ha aggiunto -. Questo tempo ci permetterà di promuovere iniziative per far assumere alla città la consapevolezza necessaria».

Nella denuncia presentata alla Procura di Bari, dopo l’attacco subito dalla sede provinciale della Cgil lo scorso 18 gennaio, il sindacato ha evidenziato che «questi atti costituiscono un danneggiamento aggravato, perché si tratta di una sede destinata alla pubblica utilità e quindi ai servizi di tutti». Lo ha spiegato l’avv.Onofrio Sisto uscendo dagli uffici della Procura. Il legale ha spiegato che le frasi scritte sui muri della sede del quartiere Japigia e sui profili social di alcuni dirigenti hanno una natura «intimidatoria». «Quindi anche sotto questo aspetto c'è un problema di minaccia aggravata». «Abbiamo quindi rappresentato in una denuncia questi reati - ha aggiunto -. Potranno essere qualificati diversamente dalla Procura, ma noi avevamo comunque il dovere di segnalare». Anche perché, ha concluso, «alcuni reati sono procedibili solo a fronte di una querela. Con questa denuncia consentiamo alla magistratura e all’autorità giudiziaria di poter lavorare».

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