Il caro energia

Bari, la bolletta dei commercianti è astronomica: «E io non la pagherò»

Francesca Di Tommaso

Economia in tilt. Alla macelleria di Acquaviva conto da 12mila euro: «Siamo impotenti»

BARI - Su, su, costo delle bollette sempre più su. E, in maniera direttamente proporzionale, le tasche sempre più «leggere», i registratori di cassa sempre più vuoti, i commercianti sempre più disperati.

Il pub «Può scriverlo tranquillamente, me ne assumo tutta la responsabilità: io questa bolletta non intendo pagarla». Antonio Lorusso è lapidario. Trattiene a fatica la rabbia. Gestisce da sei anni il Dexter art Bistrot a Poggiofranco. «Ho ricevuto una bolletta per l'energia elettrica che ha un costo quadruplicato rispetto alla precedente. Ma, quel che è peggio, a fronte di una somministrazione di energia inferiore. Inaudito. Insostenibile. Io non pago».

«La bolletta “incriminata” è di 3.578,61. Per un consumo di 4.377 kWh. - continua -. Quella precedente è di 833,19, per 4.550 chilowattora. Come dire che c'è un margine di rialzi di oltre 2700 euro al mese per un'attività come la mia che, col rischio d'impresa, rende 3mila, 3500 euro al mese. Al netto del mese di agosto chiuso per ferie, degli stipendi per i dipendenti e il resto delle spese vive».

Lorusso incalza, è un fiume in piena. «Se poi pensiamo che lo Stato ha una partecipazione del 35% con Eni e nel primo semestre dell'anno Eni ha fatto 7 miliardi di euro in utile, facciamo pure due conti su quella che è una vera e propria speculazione. In altre parole, lo Stato si sta riprendendo nel silenzio generale quel poco che ci aveva dato, ristori et similia, durante il periodo della pandemia».

Per questo la tentazione di uno sciopero fiscale è molto forte. «Quando mi è arrivata la bolletta la prima amara considerazione è stata che avrei dovuto necessariamente “tagliare” qualcuno dei dipendenti – racconta il ristoratore -. E, a memoria, la prima persona della quale forse avrei potuto fare a meno sarebbe stato il lavapiatti. Ma poi mi si è stretto il cuore. Allora ho riunito i dipendenti delle aree di lavoro del pub, bar, pizzeria sala e cucina. E ho chiesto a ciascuno di loro di individuarmi almeno tre aree nelle quali avremmo potuto intervenire per risparmiare. Ora, noi per esempio accendiamo l’insegna il più tardi possibile, spegniamo il faro del parcheggio. Ma non basta.

Non basta niente, non ce la possiamo fare uguale. E penso con angoscia - conclude - all'inverno che verrà. I fornitori delle bombole di gas che utilizzo per i “funghi” riscaldanti del terrazzo mi hanno già anticipato che se prima una bombola costava 25 euro, adesso la pagherò 37».

La macelleria «Per questa maledetta bolletta quasi perdevo mia moglie». Dino Romano ha una macelleria storica ad Acquaviva delle Fonti. «Con me, cinquantaduenne, siamo alla quinta generazione di macellai, abbiamo cominciato il 1896. Io ho cominciato a lavorare nel 1978. Tutto sommato, anche se con tre dipendenti, siamo un'attività a conduzione familiare – spiega -. Ho tre figli gemelli di 25 anni, ma a Pierino, l'unico maschio che porta il nome del nonno, ormai ripeto ogni giorno di cercare altro, non continuare. Con immenso dolore ma non vedo futuro. E mi sento impotente a proteggere quanto costruito negli anni dai miei avi. Ma soprattutto quando ho visto mia moglie crollare alla vista della bolletta». Dino racconta di essere tornato dopo una settimana di ferie «Siamo stati a Vasto, e al ritorno ho trovato la bolletta della luce della macelleria. Diciamo che, da quando sono incominciati i rincari, avevo verificato che la mia bolletta solita, di 900 /1000 euro mensili, a giugno era stata di 2200 euro e a luglio di 3570 euro. Una media diciamo di aumento di circa 1200 euro al mese. La bolletta che avevo tra le mani, quindi, la credevo stranamente più bassa... perché mi ero saltato uno zero.

Dovevo pagare 12730 euro. Mia moglie si è sentita male, ho dovuto darle un calmante. Io non ho capito più nulla». A quel punto è scattata la caccia al gestore telefonico per avere chiarimenti. «Chi mi aveva fatto firmare il contratto era irreperibile – racconta Dino -. Ho attivato il mio commercialista e uno studio legale: mia figlia ha finalmente parlato con il call center della compagnia telefonica che ha confermato si trattava di una cifra “stimata”, mentre il costo reale è 5.600 euro. È così paradossale che, vista la bolletta precedente, adesso questa sembra quasi normale. E meno male non avevo la Rid».

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