Il fenomeno

Bari, la mala assume incensurati in disperata ricerca di lavoro

Luca Natile

Dopo la pandemia le file agli sportelli della camorra sono più lunghe. Meglio di un centro per l’impiego. In aumento gli arresti di incensurati che si offrono per custodire armi o droga e che fanno da corrieri per i gruppi criminali. Indagini dei carabinieri

«Cittadino al di sopra di ogni sospetto, fedina penale immacolata, in attesa di occupazione, con fragilità sociali e bisognoso di denaro per sopravvivere cercasi. Paga buona, minimo rischio. Si raccomanda discrezione».

La criminalità organizzata torna ad assumere. Il welfare della camorra barese funziona più di quello dello Stato. Orientamento di base, profilazione, orientamento specialistico, tutoraggio, formazione ai fini della qualificazione e riqualificazione professionale e dell'immediato inserimento lavorativo, gestione, anche in forma indiretta, di incentivi. Meglio di un ufficio di collocamento. Dopo due anni di pandemia le file dietro gli sportelli per l’impiego dei clan si sono allungate. Lo confermano gli arresti dei carabinieri tra San Paolo, Zona Cecilia e Modugno. L’ultimo in ordine di tempo è un 43 enne con piccoli precedenti, formalmente incensurato, disoccupato sortico, arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Modugno, guidati dal capitano Corrado Quarta.

All’interno di un locale condominiale nella sua esclusiva disponibilità i militari hanno trovato un panetto di cocaina del peso di un chilo e 100 grammi, una busta contenente 190 grammi di hashish, già divisi in dosi, e un’ulteriore busta con 60 grammi di  marijuana. Secondo un calcolo approssimato per difetto, dalla vendita di tutto quello stupefacente l’uomo avrebbe ricavato più di 115mila euro. Il valore elevato della «merce» induce gli investigatori a ipotizzare che il 43enne sia stato ingaggiato da un’organizzazione criminale che gli ha affidato il compito di custodire quel «tesoretto» in cambio di un mensile di alcune centinaia di euro o di una fornitura di dosi per uso e consumo personale.

Prima di lui, sempre a Modugno i carabinieri avevano arrestato un uomo di 47 anni, incensurato, senza occup, dopo averlo sorpreso mentre a tarda ora, in auto usciva da un vicolo, sotto l’abitazione della madre, scomparsa da pochi mesi. Nella sua auto sono stati trovati 95 grammi di hashish e un bilancino di precisione. Nelle sue tasche due diversi mazzi di chiavi, uno apriva la vicina casa materna.

Nell’appartamento, non più abitato, all’interno del salone, avvolte da lenzuola dentro sacchi per la spazzatura, i militari hanno recuperato un fucile mitragliatore  kalashnikov, privo di calciolo e con caricatore contenente 18 cartucce, un fucile da caccia calibro 12, risultato rubato in provincia di Alessandria nel 2016 e una cartuccia, infine materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. L’uomo, disoccupato, in grave difficoltà economiche anche a causa di una recente separazione è risultato percettore di un reddito di cittadinanza di appena 200 euro. Troppo poco per sopravvivere dopo la scomparsa delle madre, che lo aiutava con la sua pensione. Incensurato, reputazione immacolata, non avrebbe mai frequentato gente legata alla criminalità. Droga e armi sicuramente non erano le sue. Si suppone che per arrotondare quelle 200 euro di reddito base, si sia trasformato in un «uomo fondina» una specie di armiere della mala.

I due arresti sono stati preceduti da quello di un piccolo costruttore di Altamura, trentenne, bloccato il pomeriggio del venerdì santo con la sua station wagon carica di attrezzi da cantiere e un panetto di cocaina del peso di un chilo (valore superiore ai 100 mila euro). Fedina penale illibata, insospettabile, nessuna cattiva frequentazione, i carabinieri ritengono che abbia accettato di fare da corriere, prelevando lo stupefacente in zona Cecilia, enclave barese in territorio modugnese, quartiere dove la concentrazione di soggetti legati alla mala del San Paolo è decisamente alta.

Un chilo di coca alla camorra barese costa tra i 35mila e i 42mila euro al chilo. Il piccolo imprenditore altamurano non sarebbe così benestante da poter pagare sull’unghia una somma del genere. Gli investigatori non escludono che possa aver raccolto il denaro utile a comprare all’ingrosso la polvere bianca facendo una specie di colletta tra gente decisa a investire in questo business mai in crisi e che comunque assicura buoni margini speculativi senza esporre a rischi eccessivi.

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