Infrastrutture

Metropolitana leggera da Bari a Bitritto: il Pnrr sblocca la telenovela

Ninni Perchiazzi

Il cantiere Rfi al lavoro per avviare i lavori che dovrebbero durare un anno. La linea ferroviaria, pronta già dal 2018, necessita dell’adeguamento del sistema di sicurezza. Dal PNRR i 40 milioni mancanti

Bari-Bitritto, la metropolitana leggera del desiderio potrebbe finalmente mettersi in moto. Entro poco più di un anno, potrebbero infatti essere completati gli interventi di adeguamento del sistema di sicurezza grazie al finanziamento di 40 milioni ottenuto con la candidatura al PNRR (Piano nazionale di recupero e resilienza). A breve quindi dovrebbe giungere l’accordo tra Rete ferroviaria italiana e Palazzo di Città, che sblocca l’annosa e paradossale vicenda.

Progettata negli anni ‘80, realizzata dalle Ferrovie Appulo lucane nell’arco di poco meno di vent’anni (causa immancabili stop and go legal-burocratici) e ultimata nel 2018, pur essendo pronta all’uso, la strada ferrata giace lì inutilizzata tra Bari centrale e Bitritto. Tra la rabbia dei tanti residenti dell’area che ricomprende oltre 150mila abitanti, speranzosi da tanto, troppo, tempo, di poter essere finalmente connessi al centro cittadino del capoluogo, nell’ottica di una dimensione europea che stenta a decollare.

Quando la linea metropolitana è stata progettata prevedeva il collegamento tra Bitritto e la stazione delle Fal del Quartierino, mentre fino a Bari centrale il percorso avrebbe riguardato Rfi. Quest’ultima adesso ha preso in carico tutti i 9,1 chilometri che nel frattempo hanno ottenuto lo status di tratta di interesse nazionale.

Come detto la linea è stata costruita dalle Fal ed ultimata quattro anni fa, ma la messa in esercizio si è rivelata una chimera. Il cavillo è legato ai sistemi di sicurezza, poiché quello utilizzato dalle Fal è differente dai congegni usati da Rfi. Al momento per fare questo adeguamento, al quale ovviamente ci si poteva pensare prima, non sono bastati oltre tre anni. Infatti la cosiddetta procedura «Amis» non sembra essere stata attivata per tempo da Rfi che da agosto 2020 è diventata proprietaria della linea ferroviaria, che in un primo momento aveva definito, in sede di incontri istituzionali, in 6-8 mesi il tempo per mettere in funzione la tratta.

La scorsa estate poi le ex Ferrovie dello Stato, hanno in un primo momento quantificato in cinque anni (e ulteriori quaranta milioni di euro) la durata degli interventi necessari a mettere a norma il sistema di sicurezza, sollevando non poche polemiche a partire dal sindaci di Bari e Bitritto, ma anche in ambito della Regione Puglia. Proteste e levate di scudi a livello istituzionale hanno poi ridotto la durata degli interventi a diciotto mesi, che adesso potrebbero comprimersi in soli dodici mesi. Che sia la volta buona?

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