Nel Barese
Grumo, insulta e picchia la moglie per mesi: arrestato marito violento
Si era rifugiato sul tetto, dopo una lunga trattativa e un tentativo di suicidio
Avrebbe insultato e picchiato la moglie per mesi fino a quando, alcuni giorni fa, l’avrebbe minacciata di morte con un coltello, dopo averla schiaffeggiata. La donna è riuscita a fuggire dall’abitazione, un casolare alla periferia di Grumo Appula, nel Barese, e a raggiungere una villetta in campagna ad alcuni chilometri di distanza dove ha chiesto aiuto. I Carabinieri, poi, hanno arrestato il marito violento che si era rifugiato sul tetto, dopo una lunga trattativa e un tentativo di suicidio. Così l’uomo, un sessantenne con un passato da militante neofascista, già condannato a 18 anni, tutti scontati in carcere, per l’omicidio di un dj radiofonico commesso a Bari negli anni Ottanta, quando militava in una organizzazione di estrema destra, è tornato in cella con le accuse di maltrattamenti in famiglia. E’ accusato anche di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
La vicenda risale alla notte tra il 18 e il 19 giugno. Dopo aver aggredito la moglie sospettando che stesse chattando con qualcuno, l’avrebbe minacciata con un coltello. La donna, dopo essere riuscita a scappare da una finestra, ha raggiunto un’altra abitazione e ha chiamato i soccorsi. Lei è stata medicata dal personale del 118 con prognosi di 5 giorni, mentre il marito è stato raggiunto dai Carabinieri e dai Vigili del fuoco. Nel frattempo l’uomo era salito sul tetto dove aveva legato una corda al comignolo del camino minacciando di uccidere prima i militari e poi se stesso. Nel corso della mediazione il 60enne, in evidente stato di alterazione psicofisica, avrebbe anche iniziato ad assumere un cocktail di farmaci e alcolici fino a perdere i sensi. A quel punto i militari sono intervenuti per bloccarlo e portarlo prima in ospedale, dove è stato piantonato per 24 ore, e poi in carcere.