La novità
Bari, il Mercato del pesce e il Margherita diventano patrimonio comunale
Concluso il trasferimento di proprietà a titolo gratuito
Bari - È stato approvato lo schema di accordo di valorizzazione che sarà siglato tra il ministero della Cultura-Segretariato regionale del MiC per la Puglia, l’Agenzia del Demanio e il Comune. In base all’intesa l’ex Mercato del pesce e il teatro Margherita, già di proprietà demaniale, saranno trasferiti a titolo non oneroso al Comune e si trasformeranno in un polo culturale aperto alla città.
La soddisfazione espressa dal sindaco racchiude sei anni di impegno, di scambio di corrispondenze, di azioni di mediazione e di cucitura. «Questo era uno degli obiettivi che sembravano irrealizzabili quando abbiamo cominciato a lavorarci - commenta Antonio Decaro - eppure se c'è una cosa che noi e questa città abbiamo imparato, è che niente è impossibile. Tra qualche giorno il Consiglio comunale di Bari sarà chiamato ad approvare l’accordo di valorizzazione e l’autorizzazione all’acquisizione al patrimonio comunale di due luoghi simbolo della città, l’ex Mercato del Pesce e il Teatro Margherita».
Il bersaglio è stato centrato. E il Polo per le arti e la cultura contemporanea comincia a prendere forma in maniera concreta: gli spazi finalmente ci sono e appartengono alla collettività. Al piano terra dell’ex Mercato del pesce, in piazza del Ferarrese, solo una parte conserverà la vocazione commerciale, mentre la restante diventerà un pezzo integrante del percorso archeologico della Bari sotterranea riemersa a seguito degli interventi di restauro.
Il piano superiore accoglierà residenze per gli artisti, esibizioni e mostre. Il luogo destinato a produrre, ospitare e creare nel tempo una collezione sarà l'ex Teatro Margherita, il contenitore che più di tutti potrebbe diventare un museo, inteso come centro polifunzionale.
È stato approvato lo schema di accordo di valorizzazione che sarà siglato tra il ministero della Cultura-Segretariato regionale del MiC per la Puglia, l’Agenzia del Demanio e il Comune. In base all’intesa i due immobili, di proprietà demaniale, saranno trasferiti a titolo non oneroso al Comune: insieme alla Sala Murat, all’ingresso della città vecchia nascerà il Polo per le arti e la cultura contemporanea. L’ambizione è farne un centro di attrazione anche per il turismo internazionale: nei tre edifici, interconnessi per finalità e destinazioni d’uso tra loro integrate, saranno promossi la produzione, il consumo e l’innovazione delle arti contemporanee figurative e performative attraverso spazi funzionali ibridi e flessibili ad utilizzi molteplici e anche contestuali.
Dopo l’approvazione della delibera da parte del Consiglio comunale, sarà l’Agenzia del Demanio ad autorizzare la sottoscrizione dell’accordo definitivo e del conseguente atto di trasferimento.
Il sindaco non dissimula l’orgoglio per aver concluso la trattativa: «Ci sono voluti anni di lavoro e una grande sinergia istituzionale, e per questo voglio ringraziare gli altri soggetti coinvolti, il Segretariato regionale del MiC per la Puglia e l’Agenzia del Demanio, che hanno accettato di realizzare questo trasferimento a titolo gratuito per la nostra città. Da questo momento andremo avanti con maggiore impegno e determinazione per rendere operativi e fruibili questi spazi, dove sono in via di ultimazione i lavori di riqualificazione: al termine degli interventi la città potrà disporre di due immobili di grande pregio architettonico, simbolo non solo della sua storia ma anche del suo futuro. Con la stipula dell’accordo definitivo, che ci permetterà di disporre pienamente dei due beni, il sogno di un grande polo culturale a Bari diventa realtà. Proprio questa settimana, inoltre, con il segretario regionale del MiC per la Puglia, Maria Piccarreta, abbiamo siglato il verbale di consegna dei lavori che restituiranno il Museo e l’area archeologica di Santa Scolastica ai cittadini dopo significativi interventi di completamento e restauro. Ai cittadini e ai turisti potremo offrire un’esperienza che attraversa i secoli e le diverse espressioni dell’arte e dell’ingegno».