la sentenza

Bitonto, tentato omicidio boss: in cella sicario dopo condanna definitiva a oltre 9 anni

Redazione online

Il 28enne Luigi Tropeano è ritenuto responsabile dell'agguato avvenuto nel 2015 al capo clan Domenico Conte.

BARI - E’ finito in carcere dopo la condanna definitiva a 9 anni e 8 mesi di reclusione il pregiudicato 28enne Luigi Tropeano, ritenuto responsabile del tentato omicidio del boss di Bitonto, Domenico Conte.

La Polizia ha eseguito oggi l’ordine di carcerazione nei suoi confronti per l’agguato del 17 agosto 2015, quando Conte e il pregiudicato rivale Giuseppe Rocco Cassano furono protagonisti, su fronti contrapposti, di una faida armata a seguito della quale, in quella estate, si registrarono ben quattro sparatorie.

In una di queste Cassano, mentre si trovava a bordo di una moto condotta da Tropeano, sparò 9 colpi di pistola contro il boss, nessuno andato a segno. Le immediate indagini, svolte dagli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di Bitonto, permisero di identificare i componenti del commando armato. Per Tropeano la condanna, dopo la pronuncia della Cassazione, è ormai definitiva mentre nei confronti di Cassano è ancora pendente il procedimento penale come esecutore materiale del tentato omicidio.

Giuseppe Rocco Cassano sta scontando in carcere una condanna a 9 anni e 8 mesi di reclusione, già passata in giudicato, per il tentato omicidio del boss rivale Conte risalente al 2015.

Il procedimento nei suoi confronti per l’agguato, quindi, diversamente da quanto si era inizialmente appreso, si è già concluso con sentenza definitiva. E’ in cella da più di un anno dove gli restano da scontare ancora 8 anni e 6 mesi di reclusione, con scadenza nel 2028. Tra le ipotesi investigative relative al movente dell’agguato, c'è una possibile scissione interna al gruppo Conte, al quale Cassano sarebbe stato affiliato fino ad alcuni anni fa.

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