La vertenza
Bari, per le protesi tutto rinviato fra le polemiche
Prosegue la trattativa per un prezzario tra Regione e Sanitarie con l’incognita elezioni
BARI - Se ne riparlerà dopo le elezioni. E non è detto che la controparte politica sia la stessa. La battaglia delle protesi entra in una fase di tregua forzata dopo l’ultimo incontro interlocutorio avvenuto giovedì scorso tra le Sanitarie e la Regione, durante il quale si è perlomeno iniziato a discutere dei prezzi degli ausili tanto necessari ai disabili. Le imprese, che già da tempo speravano in un’intesa per una soluzione ponte fino al bando unico regionale, di fatto avevano già compreso nelle settimane precedenti che sarebbe stato molto difficile un accordo prima della competizione elettorale. Resta dunque aperta la questione della sospensione delle mini gare al ribasso da parte dell’Asl Bari e del ripristino, sia pure temporaneo, della libera scelta dei fornitori da parte dei pazienti sulla base di un listino frutto di un (agognato) accordo tra le parti, un po’ come già avviene nelle altre province pugliesi (ma fino a dicembre).
In sostanza, mentre prima i clienti si rivolgevano ai venditori di fiducia per la scelta del prodotto, adesso ricevono direttamente la fornitura a casa dopo una procedura a evidenza pubblica al massimo ribasso che è contestata perché non garantirebbe la qualità del prodotto e del servizio, soprattutto per quegli ausili (pensiamo ai busti su misura, ma anche alle carrozzine e agli apparecchi acustici) che necessitano di tecnici ortopedici e audioprotesisti («il corriere porta il pacco a casa dei pazienti, ma spesso gli ausili non sono idonei oppure sono da montare e adattare alle loro esigenze»).
ASSISTENZA L’assistenza è dunque il nocciolo della questione, visto che all’abbattimento dei costi a vantaggio dell’azienda sanitaria locale corrisponde sia un danno economico per Sanitarie e centri acustici del territorio, tagliati fuori da bandi con basi d’asta ritenute improponibili (e spesso vinti da aziende del Nord), sia un decremento della qualità del servizio alle persone, indotte, dopo aver già atteso tempi lunghi per autorizzazioni e procedure d’acquisto, a rivolgersi agli specialisti a loro spese.
Il fronte che accomuna aziende e disabili mostra però alcune crepe. Mentre le associazioni delle imprese sono compatte e mirano a spuntare le migliori condizioni («la Regione - spiega un imprenditore - ha fatto capire che intende arrivare a una conclusione: con un accordo ci sarebbero del resto comunque un risparmio per il sistema sanitario e anche il ripristino della libera scelta dei fornitori da parte dei pazienti, con quel che ne conseguirebbe in termini di consulenza, visto che noi li seguiamo anche per le pratiche»), tra i disabili ci sono invece contrasti che su Facebook hanno raggiunto toni talmente forti da far annunciare a qualcuno l’intenzione di querelare.
GOCCIA La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mail inviata alla stampa da parte di Gianni Romito, presidente delle associazioni HBari2003 e Apate (Associazione Pugliese Persone Para Tetraplegiche), con la quale si comunicava la dissociazione dalla manifestazione dei disabili poi tenutasi il giorno dopo davanti alla presidenza della Regione sul lungomare Nazario Sauro («si tratta di iniziative di natura individualistica organizzate a fini personali e per protagonismo da parte di persone che non rappresentano la categoria»). Gli organizzatori della protesta dell’8 settembre (sostenuta da Antonella Laricchia, candidato presidente regionale del M5S), alla quale hanno alla fine partecipato poche decine di persone, parlano addirittura di boicottaggio («qualcuno ha pure detto ai disabili delle altre province che la manifestazione non ci sarebbe stata e in questo caso Romito non c’entra, sia chiaro», sostiene Gianna Tempesta).
Sta di fatto che la situazione è precipitata con reciproche accuse via social anche di strumentalizzazioni politiche (Tempesta avrebbe trovato una sponda anche in Giusy Versace, parente dei noti stilisti, parlamentare di FI e atleta paralimpica; «ma a me non interessa la politica. Lei è prima di tutto una di noi»). In questo scenario di contrapposizione più di forma che di sostanza, la questione principale resta irrisolta, come conferma lo stesso Romito. «C’è una trattativa in corso tra le Sanitarie e la Regione che ci aspettiamo arrivi a definizione. Di sicuro - afferma Romito, vice presidente del Comitato consultivo misto della Asl Bari e da qualche giorno consigliere incaricato del sindaco Antonio Decaro alle politiche di prevenzione del disagio sociale - la situazione del protesico per i disabili è molto critica e va risolta».
ASL La Asl Bari intanto continua con le mini gare. Ma conferma l’apertura di una soluzione ponte. «Il Tavolo tecnico dell’Assistenza protesica regionale - sostiene in una nota chiesta dalla Gazzetta - ha tenuto diversi incontri con le associazioni di categoria proprio per rimettere ordine alla complessa materia legata alla fornitura di protesi e ausili. Recentemente è stata avviata un’analisi comparata dei prezzi utilizzati nelle varie Asl, in modo da determinare un listino transitorio unico a livello regionale che, una volta deliberato, potrà essere utilizzato sino alla completa definizione della gara regionale». A quel punto si tornerà indietro e si aprirà un’altra partita perché il Dpcm del 12/1/2017 prevede proprio l’obbligo di stipulare i contratti «con i fornitori aggiudicatari delle procedure pubbliche di acquisto».
Sono esclusi i presidi su misura (prendiamo i busti), ma, come detto, le esigenze dei pazienti sono molto più variegate di quanto si possa evidentemente prevedere con un provvedimento legislativo: un busto costruito di serie (vedi iperestensore vertebrale), ad esempio, rientra negli elenchi previsti dalla nuova legge, ma ha ugualmente bisogno di assistenza del tecnico ortopedico. A dire la verità, pure la carrozzina elettrica per un tetraplegico necessita di un adattamento posturale e della regolazione del dispositivo di comando...