Reazione compatta
Stazione di Molfetta, cancellate le scritte omofobe
La cancellazione di «No Lesbo, No Lesbo», è stata richiesta a gran voce da più parti. Il Comune: «Fondamentale stigmatizzare questi atti vandalici»
MOLFETTA - «No Lesbo, No Lesbo». Questa l’orribile frase omofoba comparsa qualche mese fa all’interno della Stazione Ferroviaria di Molfetta. Un messaggio irrispettoso nei confronti di omosessuali, che aveva suscitato l’indignazione di diverse associazioni impegnate nella difesa dei diritti dell’uomo.
La stessa Arcigay Bat, in accordo con altre associazioni, avevano fatto appello all’Amministrazione Comunale di Molfetta per porre rimedio ad un gesto spregevole, sinonimo di discriminazione sessuale.
Dopo diversi mesi dal vile gesto, i muri della stazione sono tornati puliti. Sono state, infatti, rimosse le scritte lesbofobiche lasciate da qualcuno su uno dei muri perimetrali della stazione ferroviaria.
A chiederne la rimozione a Rete ferrovie Italiane è stata anche la Polizia locale.
«Viviamo tempi in cui la violenza si manifesta nelle forme più varie, dagli insulti sessisti sui social fino alle forme più estreme di violenza fisica. Non possiamo assuefarci a questi atteggiamenti – ha sottolineato l’assessore alla sicurezza e alla polizia locale, Antonio Ancona – per questo, per tramite del Comando della Polizia locale abbiamo sollecitato Rete ferrovie italiane affinché rimuovesse quelle scritte».
Alcuni mesi fa indignazione aveva espresso anche l’ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, in linea con quanto chiesto da Arcigay e altre associazione «Mi stupisce che nel 2020 ci siano ancora persone che usano il termine “lesbo” come un insulto. – ha affermato - E penso che il vero insulto sia uno solo: attaccare l’amore, l’amarsi in ogni forma».
L’Amministrazione Comunale di Molfetta ha fatto la sua parte, ponendo rimedio allo spiacevole episodio verificatosi in un luogo così importante e di passaggio come la stazione ferroviaria. Esattamente come aveva fatto mesi fa su scritte comparse su una delle facciate della scuola elementare «C. Battisti» che inneggiavano alla violenza sulle donne.
«È fondamentale che questi atti vandalici – aggiunge il sindaco, Tommaso Minervini - vengano stigmatizzati e condannati. L’orientamento sessuale non può essere il pretesto per colpire una persona e quanto è accaduto in queste ore al Parco verde di Caivano ne è l’amara conferma».
D’altronde, l’istituzione, già dal 9 ottobre dello scorso anno, della Commissione per le Pari Opportunità la dice lunga sulla scelta di parte che lo stesso Comune di Molfetta ha voluto fare riguardo a tematiche così importanti e sensibili.