estate
Bari, addio pesce fresco: il fermo biologico fino al 20 agosto
Non significa, spiegano gli addetti, che ad agosto sulle tavole mancheranno il pesce e i molluschi freschi nostrani. A fermarsi per un mese, infatti, sarà solo la pesca a strascico
SUD BARESE - «Sarebbe stato un anno particolarmente ricco di prodotti ittici sia per ragioni biologiche che meteorologiche. Ma la pandemia ha colpito anche il settore della pesca nel barese, principalmente orientato su ristorazione, hotel e catering, categorie che, anche dopo il lockdown, sono ripartiti a regime molto ridotto». Così Vittorio De Finis, armatore di Bari, commenta il fermo pesca scattato nel compartimento che da Manfredonia (Foggia) si estende fino a Molfetta, Bari, Torre a Mare, Mola di Bari e Monopoli. Il fermo durerà fino al 5 settembre. Ma questo non significa, spiegano gli addetti, che ad agosto sulle tavole mancheranno il pesce e i molluschi freschi nostrani. A fermarsi per un mese, infatti, sarà solo la pesca a strascico, zoccolo duro del settore con una sessantina di pescherecci dedicati nel barese, ma non quella artigianale, né le draghe idrauliche, né gli allevamenti di pesci e mitili, dove il fermo scatterà a settembre.
Coldiretti Impresa Pesca rinnova, tuttavia, la richiesta di consentire alle regioni o ai compartimenti di scegliere in modo autonomo il periodo del fermo pesca: «I pescatori professionali lavorano tra i 160 e i 180 giorni l’anno – spiega l’organizzazione in una nota -. La libertà di scegliere il periodo di fermo consentirebbe di rispondere alle condizioni del mercato, alla reale situazione di accrescimento delle varie specie, alle esigenze di manutenzione delle imbarcazioni». A fare il punto sugli effetti della pandemia sul settore è Angelo Petruzzella, coordinatore Legacoop Puglia settore pesca: «La validità del fermo obbligatorio, previsto da piani gestione europei difficilmente eliminabili, è confermata dai dati post lockdown che registrano una riduzione nella misura del 40-50 % dello sforzo di pesca. Il fermo biologico continua ad essere una tecnica utile per rigenerare la risorsa».
Cresce, intanto, l’attesa degli armatori per l’incontro di domani (giovedì 6 agosto, a Roma) della Conferenza Stato Regioni chiamata a sbloccare le risorse Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) a sostegno delle imprese ittiche, delle cooperative di pesca e dell’intera filiera, penalizzati dal lockdown e che hanno subito una importante riduzione del reddito. «Quello di Legacoop e delle imprese del settore – spiega Petruzzella – è un appello accorato alle Regioni e al Ministero perché dopo tanti rinvii veda la luce il decreto per il ristoro delle imprese, che chiedono aiuti in forma forfettaria per le giornate di fermo obbligatorio nel periodo del lockdown». Le organizzazioni dei lavoratori del mare considerano insufficienti i bonus già riconosciuti e sollecitano l’applicazione della deroga concessa dalla Commissione Europea che autorizza le regioni a rimodulare i quadri operativi e a prevedere il sostegno ai fermi temporanei attraverso l’impiego delle risorse disponibili. L’intesa non è stata ancora raggiunta perché molte regioni italiane hanno utilizzato, tutto o in parte, il Feamp. Mentre la Regione Puglia dispone ancora di un plafond non utilizzato di 27 milioni di euro.