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Mola di Bari, carabinieri smantellano rete traffico droga: 11 arresti

Redazione online

A capo il pregiudicato Lorenzo Macchia: dava ordini anche dal carcere

Undici persone sono state arrestate dai carabinieri a Mola di Bari perché ritenute componenti di una associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, coordinata dal pm della Dda di Bari Fabio Buquicchio, avrebbe ricostruito i ruoli di ciascuno all’interno del presunto gruppo di narcotrafficanti, molti dei quali pregiudicati. A capo della presunta organizzazione criminale c'era, secondo i carabinieri della compagnia di Monopoli, il pregiudicato 49enne Lorenzo Macchia. Dall’inchiesta è emerso che Macchia continuava a dare ordini sulla gestione dell’attività illecita anche durante i periodi di detenzione. I fatti contestati risalgono al 2018.

Era - secondo l’accusa - una organizzazione di narcotrafficanti a conduzione familiare quella capeggiata dal pregiudicato di Mola di Bari Lorenzo Macchia, arrestato oggi insieme con altre dieci persone, tra le quali la moglie Anna Rita Pesce e i due figli 20enni Maria e Pierdomenico. Complessivamente nove persone sono finite in carcere e altre due agli arresti domiciliari.
L’inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm della Dda di Bari Fabio Buquicchio, avrebbe accertato l’esistenza di una "solida organizzazione piramidale» con «rigida ripartizione dei ruoli» e base logistica a casa di Macchia, trasformata in market della droga. Lì la sostanza stupefacente veniva tagliata e i clienti andavano ad acquistarla direttamente in casa. A sorvegliare gli accessi c'erano vedette per accertare l’assenza di pattuglie delle forze di polizia e poi, grazie all’utilizzo di dispositivi laser, segnalavano il via libera. Agli acquirenti, durante l’uscita, era imposto di tenere la droga in bocca e di ingoiarla in caso di fermo. «Non te lo togliere dalla bocca fino a casa - gli dicevano - e se ti fermano menalo giù (ingoialo, ndr)».
Le indagini, attraverso intercettazioni e pedinamenti, hanno documentato anche minacce nei confronti dei clienti insolventi e intimidazioni agli abitanti del quartiere «costretti ad assistere in silenzio - dicono gli investigatori - al via vai di persone». In una circostanza avrebbero progettato di incendiare l'auto o scrivere una lettera con minacce di morte indirizzata ad un vicino di casa sospettato di aver avvisato le forze di polizia.
Stando alle indagini, i figli di Macchia avevano il ruolo di cassieri mentre la moglie interveniva per risolvere i problemi organizzativi e si occupava di gestire il recupero crediti. Sono stati accertati due canali di approvvigionamento della droga, cocaina e hashish: il 39enne di Putignano Marco Pesce e il 51enne di Noicattaro Nicola Marinelli, anche loro arrestati.

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