La sentenza
Bari, truffe all'ex Provincia: condannati a 5 anni fratelli Antro, risarciranno 11 mln
Attraverso false fatture ottenevano finanziamenti dalla banche. I fatti risalgono al periodo 2008-2011. Gli arresti nel 2012. Restituiti i beni
I fratelli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro sono stati condannati a 5 anni e 2 mesi di reclusione e a risarcmenti per oltre 11 milioni di euro, nell'ambito dell'inchiesta sulle truffe all'ente Provincia di Bari e di alcuni istituti di credito. La sentenza è stata emessa dalla I sezione penale del tribunale di Bari, giudice Michele Parisi che ha disposto per i due fratelli anche l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Gli Antro erano imputati di truffa aggravata, falso materiale e ideologico, contraffazione di pubblici sigilli e violenza privata. La sentenza del giudice è andata al di là della richiesta di 3 anni e 4 mesi di reclusione formulata dalla Procura. Assolta, per non aver commesso il fatto, conformemente alla richiesta del pm, l’allora dirigente del Servizio finanziario della Provincia, Luigia Carbonara, coimputata per concorso nella truffa per aver omesso di rilevare e segnalare la falsità delle fatture emesse dalle società degli imprenditori baresi nei confronti dell’ente poi utilizzate per ottenere finanziamenti dalle banche.
Stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, coordinata dal pm Carmelo Rizzo, la truffa da oltre 20 milioni di euro sarebbe stata commessa ottenendo rimborsi per lavori inesistenti di manutenzione delle strade. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2008-2011. Gli imprenditori rispondono anche di violenza privata per aver minacciato quattro dipendenti (due dei quali, marito e moglie, si sono costituiti parte civile nel processo), prospettandone ripetutamente il licenziamento, perché collaborassero «alle operazioni di emissione e contabilizzazione delle false fatture».
Il giudice ha assolto anche il consorzio Sigi, Infrastrutture e Servizi, Infotec e Segnaletica e Servizi - società nel frattempo tutte fallite (assistite dall'avv. Alessandro Dello Russo) perché il fatto non è previsto dalla legge come illecito amministrativo. Inoltre ha ordinato le restituzione dei beni, ma ha condannato i due fratelli a risarcire i danni nei confronti delle parti civili, gli ex dipendenti, nonché di 10,3 milioni di euro nei confronti di Unicredit factoring a titolo di danno emergente e oltre 475mila euro per Ubi Carime, riconoscendo altresì il danno alla Città Metropolitana di Bari da liquidarsi in separata sede. Il giudice ha disposto inoltre una provvisionale di oltre 3 milioni per Unicredit e per l'intera somma di 475mila euro per Ubi Carime.
Nell’ambito dell'indagine i fratelli Alviero ed Erasmo Antro sono stati arrestati nel marzo 2012 con contestuale sequestro di beni per circa 20 milioni di euro, equivalente al presunto illecito profitto derivante dalla truffa.