Il punto
Mascherina mon amour: una scelta chirurgica
Da quando l’uomo ha strappato al cane il titolo di portatore di “museruola”, tutto si concentra in quel lembo di carta o di stoffa al quale affidiamo la nostra salute
C’è chi ce l’ha azzurra, chi arancione. Chi ci ha scritto sopra il verso di una poesia. Chi ha dipinto una bocca sorridente, visto che le labbra non si vedranno più. Truffe e costi altissimi a parte, la mascherina è il nuovo oggetto del desiderio interplanetario.
Le griffe si sono già date da fare ed è certo che nascerà una nuova economia, sulla quale nel frattempo si sta da una parte speculando in modo intenso e dall’altra donando in modo meraviglioso.
Il Bene e il Male. Le due “facce” del mondo che già Omero ci ha ben raccontato, sembrano confrontarsi proprio lì, sui visi atterriti dell’umanità che oggi combatte il virus.
Da quando l’uomo ha strappato al cane il titolo di portatore di “museruola”, tutto si concentra in quel lembo di carta o di stoffa al quale affidiamo la nostra salute. Un tempo si sfoggiava l’ultimo SUV oggi il vanto è andare a fare la spesa con la FPP3 ultimo modello, (in Puglia l’hanno ribattezzata “mascherina dei culirotti” o egoisti) che ha protezione respiratoria da re… ma senza corona, per carità! Il nuovo status symbol è averla, beccarla, ordinarla, riceverla in regalo con o senza raccomandazione.
L’osservazione sociale di tutto ciò sembra futile e sicuramente lo è, ma forse ci toglie l’angoscia dei tempi, almeno per un attimo, per quel breve tempo in cui mettiamo il naso fuori casa e notiamo le nuove mode. C’è la signora con visiera e mascherina trasparenti – dove le avrà trovate! - che è la più glamour. Un aitante barbuto dagli occhi blu aggiunge al suo fascino una mascherina in raffinatissimo tessuto color crema. Poi, si aggirano i tanti amici di infermieri e medici che portano in giro le “chirurgiche” di ogni sagoma, persino quelle con i lacci che si annodano in testa, sia sul capo che sulla nuca. Ogni faccia ha la sua storia, ogni mascherina sembra raccontarci un vissuto. E mette i brividi quella famosa frase di Pirandello, quando ci avvertiva che “ogni giorno lungo il tuo cammino incontrerai milioni di maschere e pochissimi volti”. Oggi, maschere e mascherine.
Inutile non accorgersi del fatto che la narrazione dei volti sta cambiando, così come la lettura della nostra espressione. Se dovremo convivere ancora mesi - come pare - con le mascherine, dovremo anche inventarci un altro modo di salutare, una nuova mimica facciale perché… avete notato che se sorridete sotto la mascherina non vi vede nessuno? Che il saluto deve essere un cenno vero, con la mano; che fatichiamo a riconoscerci l’un l’altro; che non capiamo bene tutto ciò che ci si dice; che il volto, immagine dell’anima per Cicerone, è ora ascoso ai più? E che anche la scelta “mascherina-no” è uno stile di vita?
Gli studiosi del linguaggio del corpo avranno molto da riscrivere dopo questi tempi e questa folle, spaventosa primavera. Il carnevale delle vere maschere non si è nemmeno tenuto quest’anno, bypassato direttamente e tristemente dalle mascherine.
Cercare lati positivi in questa tragedia umana, economica e sociale è sicuramente difficile, ma ci può venire in aiuto, anche solo per sorridere un attimo, l’ironia di Roberto Gervaso il quale disse che “l’età di una donna è scritta sul suo volto, ma solo le altre donne sanno leggere”. Ebbene, adesso sarà un po’ più complicato. Addio lifting e gonfiatine di labbra perché gli studi dei chirurghi plastici sono chiusi, ma anche addio preoccupazioni per le ultracinquantenni insicure, sempre vogliose di mostrarsi adolescenti.
Peccato per il rossetto, arma primaria della seduzione: cancellato almeno per l’uscita, si usa in casa come fanno le arabe col burqa e la biancheria ultrasexy. Certo, l’universo femminile reclama l’utilizzo smodato del parrucchiere ed è in crisi d’astinenza, mentre gongola solo una piccola percentuale femminile, quella delle mogli e delle figlie degli hair stylist (i parrucchieri in italiano ora si chiamano così, come droplets sono quelle che un tempo si chiamavano goccioline). Sì, se vedete in giro - entro i pochi metri concessi - donne ben pettinate e ben tinte sono loro, mogli e figlie di parrucchieri che…. finalmente possono dedicarsi alle testoline di casa.
Ma anche questo fa parte del nuovo gioco delle coppie, il recupero del tempo perduto.
E se il volto è l’autobiografia di ogni persona, in questo momento siamo ammutoliti. Ma per una volta, possiamo fare una cosa che trascuriamo di fare: guardarci negli occhi e ascoltarci.