L'analisi
È lo spazio il centravanti della Puglia che sogna
Grazie allo spazioporto realizzato a Grottaglie (Taranto), la regione ha già l’opportunità di dare un senso a questa sfida e di fare propria la frase di Guardiola
Un giorno domandarono a Pep Guardiola, l’allenatore di calcio più celebrato al mondo, chi fosse il centravanti del Barcellona, visto che nessuno dei coadiuvanti di Leo Messi, in attacco, aveva il classico phisique du role di un vero «numero nove». «Il nostro centravanti è lo spazio», replicò il trainer del club catalano. Risposta degna di un filosofo o di uno scienziato. Lo spazio evoca l’infinito, mille opportunità e una pletora incalcolabile di soluzioni. Lo spazio è contemporaneamente materiale e immateriale, percepibile e inafferrabile. Di sicuro è l’unico «bene» che sfugge alla dannazione della disciplina economica, da sempre alle prese (cioè allo studio) col Fattore Scarsità.
Il cielo è uno spazio sconfinato, ma anche il web altro non è che spazio illimitato, col vantaggio di essere a portata di mano o di occhi.
Il futuro sarà di chi primeggerà nei due spazi: quello stellare che già appassionava Talete (625-545 avanti Cristo) e Galileo Galilei (1564-1642); e quello informatico, che oggi rappresenta il vero potere (ora hard, ora soft, ora sharp) degli Stati e delle nazioni.
Mezzo secolo fa, sull’onda dello sbarco di Neil Armstrong (1930-2012) e Buzz Aldrin (1930) sulla Luna, pareva che la Guerra Fredda tra Usa e Urss si sarebbe spostata pure tra le stelle, dal momento che astronauti americani e cosmonauti sovietici si contendevano, a colpi di missioni spaziali e per conto dei loro rispettivi governi, il trofeo di padroni dell’universo. Anche 2001: Odissea nello spazio, il film-capolavoro (1968) di Stanley Kubrick (1928-1999) aveva corroborato l’idea che la nuova frontiera dell’uomo si sarebbe trasferita tra gli astri.
Poi l’impero sovietico iniziò a frantumarsi e l’America, dopo il declino della rivale, smarrì la spinta a esplorare l’ignoto, dato che la concorrenza costituisce, in ogni epoca, il più efficace impulso a non fermarsi mai, a cercare di oltrepassare le colonne d’Ercole del risaputo.
A sorpresa, esaurita la spinta propulsiva della corsa allo spazio stellato, la nuova frontiera venne concepita in Internet, e realizzata nel digitale, anch’essa fondata sull’idea di spazio, sia pure di diversa natura e di più originale fattura. Il passaggio dall’esplorazione dei pianeti alla navigazione sugli smartphone costituirà l’ennesima conferma che - non soltanto in economia - nulla è prevedibile, preventivabile e pianificabile: si può partire per le Indie, come sognava Cristoforo Colombo (1451-1506), e ci si può ritrovare in America.
Adesso è in atto la rivincita, o meglio la rimonta, dello spazio-spazio per antonomasia, quello che intrigava pure l’astronomo Leonardo da Vinci ((1452-1519). È in pieno svolgimento la riscoperta del cosmo da parte delle grandi potenze. E i big di economia e finanza hanno fiutato l’affare. Caso vieppiù singolare (ma mica tanto), l’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos (Amazon), che è il numero uno dei ricavi internettiani, vuole diventare il numero uno anche dei ricavi sub-orbitali. La sua società, Blue Origin, scarrozzerà a 100-120 km di altezza i miliardari smaniosi di vivere, stavolta da astronauti, il loro ulteriore quarto d’ora di celebrità e vanità. Insomma l’imprenditore Bezos si candida a vero re dello spazio, anzi a monarca dei due spazi che regolano e governano il mondo: la Rete e l’Universo. Internauti e astronauti: sarà il derby dell’avvenire?
La Puglia non deve stare a guardare. Grazie allo spazioporto realizzato a Grottaglie (Taranto), la regione ha già l’opportunità di dare un senso a questa sfida e di fare propria la frase di Guardiola: il nostro centravanti è lo spazio. Lo spazio può trasformarsi - scusateci il termine desueto e controverso - in un nuovo modello di sviluppo per il Tacco d’Italia. Dall’acciaio alle tute stellari, da un distretto siderurgico a un distretto siderale: per il Tarantino sarebbe roba da Industria 6.0.
A Grottaglie hanno fatto le cose per bene e tutto sembra quasi pronto per assicurarsi il trofeo di primo, o secondo, spazioporto europeo a uso di chi non ha paura di volare, di chi vuole farsi una brividosa passeggiata celeste in assenza di gravità. Ma, si sa, per assicurare infrastrutture e accoglienza non è sufficiente la buona volontà. Servono i quattrini. Né può essere una singola Regione a provvedere alla bisogna. Urgono fondi nazionali e sovranazionali. Basta solo ricordare, ad esempio, che, a Grottaglie e in tutti gli scali analoghi, si dovrà prevedere, tra i comfort basici, un megaparcheggio in grado di ospitare gli aerei personali dei magnati provenienti da tutto il globo. Insomma, l’iniziativa dello spazioporto è ottima. Il contesto geografico, a iniziare dal clima, è perfetto. La correlazione territoriale è garantita, vedi l’insediamento aerospaziale della Sitael (gruppo Pertosa) a Mola di Bari e della Boeing nella stessa Grottaglie.
Dunque. La Puglia è già in prima fila per il Gran Premio dello Spazio. Grottaglie, inoltre, potrebbe già sognare un surplus di benefìci a opera del suo futuro status, quello di space valley d’Italia: da capitale delle ceramiche a capitale dei voli suborbitali. Con il corollario, tutt’altro che modesto, di un’integrazione tra le due economie: modelli in ceramica di razzi, di caschi di astronauta; magliette con l’immagine degli Shuttle. Il ricco merchandising è assicurato.
Il punto è che bisogna crederci fino in fondo, perché nulla è più frustrante e scoraggiante, nella vita pubblica e nell’esistenza privata, quanto una frenata o una foratura all’ultimo miglio. E, insistiamo, crederci significa trovare i soldi necessari (Stato centrale e organismi internazionali) per completare il progetto, per costruire le opere di supporto, per sostenere il sistema di accoglienza, senza la quale (sempre l’accoglienza) nessun obiettivo può essere raggiunto.
Non sono molti, oggi, gli Stati a poter vantare una piattaforma di lancio per satelliti; un centro addestrativo per astronauti; e uno spazioporto per voli turistici e scientifici. Non è la prima volta che l’Italia - non parliamo del Sud - si ritrova in una condizione di vantaggio sulle altre nazioni. Quasi sempre, però, in passato, si è fatta sorpassare senza neppure ostacolare la manovra degli inseguitori. Aeronautica e informatica: qualche decennio fa lo Stivale era al top in entrambi i settori. Strada facendo, il Paese si è incasinato da solo, per colpa delle ambizioni sbagliate e delle visioni micragnose di classe politica e classe imprenditoriale.
Finale. Lo spazioporto di Grottaglie, potrebbe rappresentare, non solo sul piano simbolico, un’occasione di decollo, un’opportunità di riscossa per il Belpaese, il Mezzogiorno e la Puglia in particolare. Speriamo che anche questo sogno non muoia all’alba.
Ps. Il finanziamento dello spazioporto costituisce una ragione in più per non litigare con l’Europa. Altrimenti, i soldi da dove arriveranno?