La riflessione
Che incubo andare in vacanza Che gioia ritornare a casa
«Per cui dopo un po’ uno non vede l’ora che finiscano queste vacanze e con una scusa se ne torna da solo a casa»
Diciamo la verità, non vediamo l’ora che arrivino le vacanze. Per riposarci ma un po’ anche per non vedere sempre le stesse facce, che d’estate diventano insopportabili. Perché non so se avete notato, ma quando arriva il caldo sembra che impazziscano tutti: il traffico, gli impiegati delle poste, quelli del comune, e anche in casa bisogna misurare le parole perché come niente scappa la lite. Così voi appena potete ve ne andate in quella casa al mare che vi siete fatta anni fa, che è piccola però è in un villaggio vacanze, con tutti i servizi, la spiaggia che c’è anche il lido, e insomma si sta davvero bene. Anche lì naturalmente ci sono persone che conoscete, ma gente con cui vi salutate civilmente e tutto lì.
Qualcuno però quando arrivate è proprio contento di vedervi. Come il signor Bostik. Naturalmente non si chiama proprio così, non è turco, è delle parti nostre; quel nome gliel’ha dato vostro cognato, che è un tipo spiritoso, perché dice che Gesualdo - così si chiama veramente il signor Bostik - è peggio dell’attaccatutto. Nel senso che appena vi vede, vi afferra e subito dice: Hai visto come siamo ridotti in questo villaggio? È uno schifo, con quell’immondizia proprio davanti a casa mia. E sai di chi è la colpa? Dell’amministratore, che sta sempre a parlare con il guardiano e con Leopoldo, che si sono fatti tutt’e due la casa nuova a spese del condominio. Lo sai questo, vero? Mah, veramente... fate voi. No, no, te lo dico io, e qui dobbiamo fare qualcosa. Sì... E il cane di questi di sopra? Lo sai che ha fatto ieri? No… Io stavo qui sulla veranda, ho sentito che scendeva una cascatella, e ho fatto appena in tempo a spostarmi se no mi faceva la doccia, quel porco. E il mercatino, che tu gli dai venti euro e lui tutte le volte ti dà il resto di dieci e poi dice scusa, mi sono sbagliato? E… E… E… E voi pensate che in fondo vostro cognato farà anche lo spiritoso, però ha ragione.
Nel villaggio c’è anche qualche amico. Come Poldino, quello che il signor Bostik chiama Leopoldo, che da ragazzi abitavate nello stesso quartiere e poi lui se n’è andato a Roma. Anche Poldino è contento di vedervi e subito fa: Ho scoperto un ristorante dove si mangia da dio e si paga una sciocchezza; stasera ci andiamo, va bene? Voi Poldino lo conoscete, una volta voleva farvi fare le vacanze in una casa colonica sulla strada statale – un b&b, disse lui – e ve ne scappaste prima che facesse buio. Però, non volete dispiacergli e dite soltanto: sicuro? Fidati, dice lui. Così la sera ci andate, nel ristorante da dio, e vedete che è in una piazza sterminata, tutta ricoperta di tavolini. Vedrai come si mangia, dice Poldino. Lo vedete dopo un’ora e mezza quando finalmente vi portano la pizza. Che dappertutto è rossa per via del pomodoro; qui invece è grigia. Davvero, grigio perla. Voi la guardate un po’ così ma Poldino si vede che è un habitué, perché dice: È una specialità della casa. Voi ve ne tenete alla larga perché chissà perché pensate al Novichok, il gas nervino dell’ex spia russa in Inghilterra. Che naturalmente è un’esagerazione, però voi una pizza grigia non l’avete mai vista.
Poldino invece è proprio di casa. Adesso vedrai il tubetto ai frutti di mare, dice parlando come se fosse lui l’oste. E infatti lo vedete, il tubetto, dopo altri tre quarti d’ora e vedete anche che ci dev’essere il fermo della pesca perché ci sono tre cozze di numero, che sono frutti di mare, è vero, ma chissà perché voi avevate pensato anche a vongole, fasolari, telline, cose così. E quando al dolce Poldino vi decanta il tiramisù che come lo fanno qui... voi siete cortese ma fermo: No, grazie, preferisco vivere. Eh; come dicono a Roma? Quanno ce vo’ ce vo’.
Nel villaggio naturalmente ci sono le zanzare. In estate le zanzare ci sono in tutta Italia, ma nel vostro villaggio ce n’è una specie assolutamente unica: la zanzara d’agguato. Che si apposta dietro le zanzariere e colpisce fulminea e letale nell’istante in cui voi aprite per uscire o entrare. Ora, per dire la verità, voi non ci fate molto caso, anche se qualche volta vi hanno beccano, ma nella vostra famiglia c’è un vero e proprio terrore. Per cui in casa e sui balconi ci sono antizanzare liquidi, zampironi solidi, torri d’avvistamento con la pastiglia fumogena, griglie fulminati con quel sibilo sinistro – zzzzzzzzz! Ci mancano solo la contraerea e un nido di mitragliatrici ma ci stanno già pensando per l’anno prossimo. Ora, non è per fare gli eroi, ma non è possibile che appena sta per calare la sera sia tutto uno sbattere di zanzariere, un gridare chiudi, chiudi! e poi trovarsi immersi in queste nuvole di antizanzare con cui fanno praticamente la doccia. Che poi, uno capisce le donne, le ragazze; ma funzionari con grandi responsabilità, manager di importanti aziende, che oltretutto sono degli omaccioni grandi e grossi, fare tante storie per quattro zanzare, eccheccacchio!
Ed è una cosa di tutti i gironi, tutte le sere. Per cui dopo un po’ uno non vede l’ora che finiscano queste vacanze e con una scusa se ne torna da solo a casa. Dove non c’è Gesualdo Bostik, non ci sono zanzare e famigliari, e i tubetti con i frutti di mare – a sfare – come li fa Peppe, il ristoratore amico vostro, sono la fine del mondo. Ohhh!