L'intervista
«Mi sono vestito da marionetta proprio per non esserlo»: Renato Zero festeggia i 75 anni con tour e disco nuovo
«L'Orazero» esce il 3 ottobre per Tattica, ad aprile doppia tappa al PalaFlorio di Bari: «Ognuno combatte una sua guerra, la musica deve ritrovare comunione di intenti». E su Ultimo: «Sua madre è una mia amica, se scrivesse qualcosa per me la canterei»
«Viviamo tempi difficili, precari, ed è importante che la musica ritrovi una comunione di intenti, anche contro chi cerca di strumentalizzare le ideologie. C'è un abuso di potere da parte della discografia che vuole creare marionette, e io mi sono vestito da marionetta proprio per non esserlo». È lucido e carico di significato lo sguardo con cui Renato Zero presenta «L'Orazero», nuovo album di inediti in uscita venerdì 3 ottobre per Tattica, l'etichetta da lui stesso controllata («Basta con i discografici e gli impresari che ci buttano nella mischia solo per numeri e interessi: non facciamoci sporcare, facciamo da noi», è l'invito). Diciannove tracce che abbracciano differenti mondi, ognuno con le proprie radici, regole, contraddizioni e utopie, e a gennaio la partenza per il lungo tour, che l'8 e il 9 aprile farà tappa anche in Puglia, al PalaFlorio di Bari. Un modo singolare per festeggiare il 75esimo compleanno, che cade oggi 30 settembre: «Sto diventando adulto allegramente - confessa - ogni volta che sforno un titolo, ecco che gli occhi mi brillano di nuovo».
Tra i temi affrontati nel disco l’amore, l’amicizia, il rispetto, ma anche il tempo e i giovani con il loro futuro: «C’è una voragine tra gli artisti della mia generazione e quelli della "nuova primavera" - commenta Renato - un distacco abissale nel linguaggio, nelle responsabilità e nella considerazione che questo sia un mestiere impegnativo, dove bisogna dimostrare equilibrio e non perdere di vista il pubblico. Tutto ciò che è musica ci consegna a una sorta di omogeneità: artisti lo siamo un po’ tutti, ma ci vuole un gran lavoro per perforare queste barriere che gli stessi discografici hanno creato». E la musica, dove è possibile, deve «provare a restituire spiritualità, che oggi viene fortemente colpita». Spazio anche per l'idealismo, che «deve trovare aderenza e complicità nella moltitudine. Io i miei ideali li ho sempre voluti condividere, non solo sul palco: la strada, dove la mia arte è cresciuta, è lì che ho verificato e trovato affezione e complicità. L’ideale non è l’orto che ti coltivi a casa, ma è una foresta popolata da anime». E chi sono invece gli esclusi della musica e della società? «È una risposta pericolosa. I diversi sono talmente tanti che, numericamente, non sono più esclusi. Quest'album attraversa tutta l’umanità: ognuno di noi deve fare i conti con un bilancio urgente di stabilità, sicurezza, appartenenza. Mi sono reso conto che ognuno sta combattendo la sua guerra. A parte le 54 guerre dichiarate, dentro ciascuno di noi c’è un tumulto, situazioni da sistemare nel lavoro, nella quotidianità. Il nemico alla fine siamo noi stessi, e io cerco di vincerla questa battaglia. Ho paura anche io di un tempo che balla fra sentenze, cattedre, simboli… credo che più disadorni di così non potevamo ritrovarci. Ci auspichiamo che non ci siano più differenze, che le religioni e gli stati possano comprendere la forza dell’umanità e il raggiungimento della serenità globale. È l’amore e il riconoscimento del valore dei sentimenti siano l’alternativa all’indifferenza».
Diciannove canzoni che rappresentano lo stato d’animo di Renato Zero e sono la miglior medicina per affrontare pubblico e vita: «A volte si fa fatica ad alzarsi la mattina e dire “la vita è bella”: dobbiamo spingere sull’acceleratore perché il nostro intervento possa generare una contaminazione importante. Mi scuote il fatto di aver perso molti amici ultimamente, ma mi piace continuare un percorso di ricerca verso una nuova realtà da cui attingere. Di cosa ho paura? Un tempo avrei detto della solitudine, è stata per me cattiva compagna, non così tenera perché mi veniva imposta dall’esterno. Andando avanti con gli anni, invece, la solitudine è diventata una salvezza: quando ti trovi a confronto con te stesso, senza contaminazioni e distrazioni, cominci a rivalutare certi errori e ad avere maggiore consapevolezza. Oggi la mia paura è l’incomunicabilità: salutarsi con un sorriso ma non riconoscere la persona che hai davanti».
Una incomunicabilità che senz'altro non ha con il suo pubblico, che continua ad amarlo e a seguirlo: «Ho fatto gli stadi e mi è venuta la miopia e la presbiopia. Mi piacciono le situazioni più intime, dove il pubblico è un’anima sola, più vicino al palco. Centomila anime si perdono nella coniugazione con l’artista: in questi casi è meglio la vicinanza». E ricorda anche la squadra di autori e collaboratori dell'album, oltre che alla stima nei confronti di colleghi passati e presenti, dal pugliese Tito Schipa (con cui ha collaborato), fino ai più recenti Diodato e Ultimo: «Li apprezzo, sono persone che vogliono lasciare un segno. La mamma di Ultimo è una mia amica dai tempi passati. A un certo punto si è sposata e ha fatto tre figli: uno è Niccolò, cresciuto a pane e Renato. Per me è come se fosse un nipote acquisito. Il rapporto con sua madre è così vicino che mi sento parte della famiglia. Se lui scrivesse qualcosa per me, la canterei, forse però ha un po’ di soggezione». Qualche perplessità, invece, sulle scelte degli ultimi Festival di Sanremo: «A volte avvengono solo in base al consenso sui social. Invece bisognerebbe ridare spazio a tutti, un Sanremo che tenga conto che c’è posto per tutti, senza lasciare a casa nessuno. Vorrei che la severità della selezione ci riportasse a rivedere in circolazione altri Gino Paoli, altri Endrigo, Tenco, e tutta un’altra serie di cantautori che hanno reso questo Paese una piattaforma meravigliosa anche all’estero, da Modugno in poi». Un augurio di compleanno, che lui festeggerà insieme a Renato: «Ci rincorriamo, lui scrive una strofa, io un inciso, ma di opportunità di stare io e lui, a quattr’occhi, non sempre ne abbiamo».
L’ORAZERO IN TOUR - Calendario
24 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
25 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
28 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
29 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
31 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
1 FEBBRAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
11 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
12 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
14 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
15 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
7 MARZO – TORINO – INALPI ARENA
8 MARZO – TORINO – INALPI ARENA
11 MARZO – MANTOVA – PALAUNICAL
13 MARZO – MANTOVA – PALAUNICAL
18 MARZO – CONEGLIANO – PREALPI SAN BIAGIO ARENA
20 MARZO – CONEGLIANO – PREALPI SAN BIAGIO ARENA
24 MARZO – BOLOGNA – UNIPOL ARENA
28 MARZO – PESARO – VITRIFRIGO ARENA
4 APRILE – EBOLI – PALASELE
8 APRILE – BARI – PALAFLORIO
9 APRILE – BARI – PALAFLORIO
15 APRILE – MESSINA – PALARESCIFINA
16 APRILE – MESSINA - PALARESCIFINA