Musica
Voce e coraggio: la pugliese Flora rinasce col suo «Falò»
A 9 anni partecipa allo Zecchino d’Oro con «La giraffa Genoveffa»: da quel momento la musica resta sempre un faro sulla strada
Dalla giocosa e infantile «giraffa» ai toni maturi di «Falò», la cantante pugliese Flora attraversa vent’anni di sogni, sacrifici e ritorni. È uscito in radio e sulle principali piattaforme digitali il secondo singolo di Flora Pantone, in arte Flora, prodotto da Luca Venturi con l’etichetta On The Set (ha come artista guida l’ex Amici Serena de Bari del feat con Viola Valentino in «Comprami 2023»). «Falò» parla di estate, libertà e rinascita, ed è scritto da Andrea Gallo e Maxim Distefano, che è anche arrangiatore per Energy Mastering.
«“Falò” mi ha colpito subito - racconta Flora - perché descrive quel fuoco capace di esorcizzare i mali di ciascuna persona, come le delusioni sentimentali e le relazioni lavorative. Dalle ceneri del falò emerge l’energia per riprendersi la vita». Il videoclip di «Falò», girato all’Oasi Beach di Margherita di Savoia per la regia di Marco D’Andragora (DamStudio), racconta poi visivamente questa leggerezza estiva.
Nata a Terlizzi nel 1995 e cresciuta a Spinazzola, Flora a 9 anni partecipa allo Zecchino d’Oro con «La giraffa Genoveffa», pezzo di origini norvegesi che viene tradotto in italiano da Giorgio Calabrese. Da quel momento la musica resta un faro sulla strada di Flora, nonostante gli studi universitari che si allontanano dall’arte: laureata in Economia e Commercio, consegue un master in Risorse Umane. «Se si crede in un sogno si è già a metà dell’opera - dice Flora - è la mia dose quotidiana di grinta e coraggio».
Una visione riaccesa dall’incontro casuale, su un treno per Roma, con Luca Venturi, che diventerà il suo produttore. Tale legame la porterà sul palco di Casa Sanremo e a firmare con l’etichetta On The Set. La conseguenza è il debutto discografico, a marzo scorso, con «Un’ora» (scritto da Mirko Verrengia e arrangiato da TempoXso), al quale segue «Falò», che unisce melodia pop, ritmi leggeri e una forza per affrontare la realtà che simbolicamente è svelata nell’accento dato alla prima vocale del titolo della canzone. Questa contiene anche l’inclinazione da ballerina latino-americana di Flora che oggi riabbraccia l’arte dopo aver lavorato per anni nell’azienda cerealicola di famiglia. Un’esperienza che le fa affrontare la vita su due binari: musica e concretezza. «La voce è il mio accessorio preferito - racconta la cantante pugliese - e ha una forza guaritrice che mi ha sempre accompagnata». Con una vocalità pop-indie e l’ammirazione per Noemi, Flora guarda avanti: «Ho nell’anima testi con cui voglio costruire il mio primo album che racconti chi sono veramente». Nel frattempo il suo «Falò» surriscalda l’estate.