Il racconto del disco

La «rosa dei venti» di Gaia è un abbraccio fra Italia e Brasile: «Prima volta che non scrivo in portoghese. Non mi aspettavo la viralità dopo Sanremo»

Bianca Chiriatti

Fuori il 21 marzo, tredici tracce con i feat. di Guè, Capo Plaza, Lorenzza e Toquinho. L'instore tour fa tappa a Surbo e Casamassima

«Sono molto fiera di questo disco. È vero, c’è sempre un margine per migliorare e crescere, però sono soddisfatta». Si legge negli occhi di Gaia l’entusiasmo con cui parla di rosa dei venti, album in uscita venerdì 21 marzo per Columbia Records/Sony Music Italy. Dodici inediti che si aggiungono alla hit sanremese Chiamo io chiami tu, collaborazioni di livello con Guè, Capo Plaza, Lorenzza e Toquinho, che l’ha accompagnata anche all’Ariston per i duetti. E una serie di appuntamenti che la attendono per l’instore tour di presentazione, che farà tappa anche in Puglia, il 2 aprile a Surbo (Le), C.C. Mongolfiera (ore 18), e il 3 aprile a Casamassima (Ba), Parco Commerciale (ore 18).

Primo disco scritto interamente in italiano, Gaia racconta alla «Gazzetta» durante un incontro stampa le emozioni degli ultimi anni, racchiusi in questo diario musicale: «rosa dei venti mi ha concesso tanta libertà. Con il portoghese sono stata sempre molto autonoma, usciva naturalmente, è una lingua musicale e semplice. E invece innamorarmi della scrittura in italiano è stato un processo più lungo, ma catartico e divertente». Una vera e propria «lettera d’amore all’Italia» quella della cantautrice italo-brasiliana: «In studio abbiamo sperimentato, poi di solito mi trovo a “difendere” l’altra mia patria, quando sono dall’altra parte. E invece l’italiano è così poetico».

Un album - che abbiamo ascoltato in anteprima, inclusi alcuni pezzi che Gaia ha regalato alla stampa in acustico - coerente e autentico, che rispecchia in maniera naturale e istintiva il periodo dei vent’anni, una fase della vita che sembra non avere direzione e si lascia guidare da quella «rosa dei venti», alla ricerca di una bussola interiore: «Sono molto contenta delle collaborazioni, che amo follemente - continua - gli ospiti sono tutti artisti a cui tengo e che fanno parte della mia playlist giornaliera. Ci sono anche voci non così conosciute al grande pubblico, ma parte del mio cuore». Tra cui Toquinho, con cui si è creato un rapporto speciale: «La traccia dove lui interviene, Vento, chiude il disco, e lui con il suo tocco ha regalato magia all’intero album. Come tutti i grandi, ha un’enorme umiltà e generosità d’animo, oltre che uno spirito estremamente giovane che mi ha consentito di divertirmi». La traccia è stata la prima scritta in ordine di tempo, nello studio galleggiante di Michelangelo, insieme a Franco 126. Un pezzo senza tempo, senza data di scadenza, che si è scritto quasi da solo, come se Gaia fosse stata giusto un tramite, e si chiude in maniera speciale con un messaggio vocale di sua madre che le fa gli auguri: «Anche se siamo distanti fisicamente - confessa - conta essere vicini con il cuore e lo spirito».

Una vicinanza con il pubblico l’ha costruita sicuramente a Sanremo: «È un palco importante, che crea anche timore, affrontarlo è una sfida ma sono felice, perché si racchiudono le energie e il lavoro di un team intero. Sono più che convinta della scelta del brano che ho portato, a prescindere dalla classifica finale. Arrivando da un’estate con Sesso e samba, e introducendomi al disco, volevo portare un certo tipo di performance, una mia identità artistica. Forse ero più vicina ai Festival di Amadeus, quello di Carlo Conti è stato più improntato sul cantautorato».

Performance che è diventata virale anche grazie al video del coreografo Carlos Diaz Gandia, che su TikTok ha raggiunto oltre 160 milioni di visualizzazioni nelle ultime due settimane: «Lui ha un’aura incredibile, non mi meraviglio che l’energia sia stata contagiosa, ma non mi sarei mai aspettata tutto questo. Si vede che è un video che mostra il backstage di un lavoro di gruppo, l’ha girato la mia make-up artist. Il brano in questo modo è arrivato perfino in Giappone, sta piacendo e sono contenta».

Nel frattempo il 7 maggio 2025 Gaia torna dal vivo con uno speciale live al Fabrique di Milano, prodotto da Vivo Concerti e che ospiterà amici a sorpresa. Un’occasione per ascoltare dal vivo tutte le tracce di rosa dei venti, su cui spiccano l’emozione della intro, Beijo, che come una preghiera d’augurio riporta le voci della nonna di Gaia e delle sorelle Giorgia e Frida; Addicted, con il feat. di Guè, una base reggae che racconta le dipendenze della società, vizi, cibo, perfino l’amore. RJ, con Lorenzza, è il pezzo più brasiliano dell'album, rappresenta la Rio De Janeiro dell’evasione, la voglia di scappare quando le relazioni si complicano. Ma il vero gioiello dell’album è Cicatrice, che Gaia fa ascoltare alla stampa in acustico senza nascondere una profonda commozione. Una canzone che riflette dubbi, difficoltà, in cui si mette a nudo senza filtri. Un biglietto da visita eccellente per un album onesto e autentico, come lei.

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