L'intervista
Bresh: «Da Genova a Sanremo, sul palco porto la mia genuinità»
Il cantautore in gara con «La tana del granchio». Annunciata la seconda data al Forum di Milano, nella serata dei duetti si esibirà con Cristiano De André
«La tana del granchio è un brano che mi rappresenta al 100%, con cui racconto il mio percorso dal punto di vista più profondo. Escono le chele, non solo in amore, ma anche nei rapporti con gli amici». Parla così Bresh, illustrando il brano in gara a Sanremo, palco su cui ci aspettavamo di vederlo già da qualche anno.
Genovese doc., esponente della cosiddetta Drilliguria, wave caratterizzata da flow continuo e ispirazione cantautorale, Andrea Brasi - questo il vero nome - sta collezionando un successo dopo l’altro: a novembre si esibirà per la prima volta nei palazzetti, l’1 a Roma e il 6 e 7 a Milano, doppia data visto che la prima è praticamente sold out. Un trionfo di pubblico che vive totalmente con i piedi per terra, così come racconta alla “Gazzetta” a pochi giorni dal debutto all’Ariston: «Volevo che il mio percorso musicale andasse di pari passo con le mie frequenze, non con quelle del mercato, e spero di averlo trasmesso a chi mi segue. Ho tanta fame di uscire, ci sarà un album che arriverà, e Sanremo sarà una tappa in cui spero di mostrare lo stesso Andrea che conoscono la mia famiglia e i miei amici stretti. Ho davvero voglia di essere genuino, oggi non siamo più abituati alla spontaneità».
Non sarebbe stato strano vederlo all’Ariston nelle scorse edizioni, e ci ha anche provato, «Ma non c’era la stessa solidità nella scelta del brano, quindi ringrazio il destino e anche chi mi ha detto di “no” ieri, per permettermi di essere qui oggi».
Nella serata dei duetti sarà in coppia con Cristiano De André, per omaggiare suo padre e la loro Genova con Crêuza de mä: «Rappresenta un cerchio che si chiude, la mia città è il mio porto sicuro, sono davvero quattro minuti e mezzo di felicità».
Tutto pronto, quindi, per la «giostra» sanremese, anche se vede il palco come una grande tappa, più che un «gran finale», e non vuole farsi troppo abbagliare da questa luce: «Sono già soddisfatto, ma la vera soddisfazione me la daranno il disco e il tour». E per smorzare l’ansia c’è sempre la presenza in gara del grande amico Rkomi: «Siamo stati coinquilini a Milano, anzi quando nel 2015 sono arrivato in città mi sono trasferito per un po’ a casa sua, condividevamo tutto con altri genovesi che arrivavano, ricordo quei giorni con grande entusiasmo e voglia di fare (e tante cene a base di riso in bianco)».
Un solo rimpianto: Bresh non sa suonare. «Faccio malissimo gli accordi con la chitarra. Però sono felice che la nostra Genova sta spaccando musicalmente, penso a Olly, Alfa e tanti altri. Un grande orgoglio».