L'intervista
Santoianni canta «La soglia dei trenta»: «La mia generazione illusa dalle aspettative, ma lavoriamo per il futuro»
Il cantautore sarà sul palco a Taranto e a Corigliano d'Otranto insieme a Cortese: «Sto pensando di voler provare a portare le canzoni fuori dal circuito classico della musica dal vivo. Sono molto affascinato dal teatro»
È uscito il 7 giugno «La soglia dei trenta», nuovo album di Santoianni (Santoianni & Nufabric Records / ADA Music Italia), che sarà in concerto domani, 15 giugno, a Taranto, all'interno della rassegna «Spazio Cantautori», al Barrio, e il 16 giugno a Corigliano d'Otranto (LE), a Lu Mbroia per «Domenica d'autore». In entrambe le date dividerà il palco con Cortese. un sodalizio artistico iniziato con la canzone “Bourbon”, scritta a quattro mani e contenuta nell’ep “Cuorialcolici” (Visory Indie - Dicembre 2022) di Cortese e che ora vede i due insieme sul palco a raccontare e condividere le loro storie in un live set acustico.
Finalista a "Ciao–rassegna Lucio Dalla 2024" e semifinalista a "Musicultura 2024", Santoianni si è distinto nella scena musicale fin dal suo esordio grazie alla scrittura radicata nella canzone d’autore ma aperta a una poetica contemporanea, fresca e puntuale.
Cosa succede alla soglia dei trenta tanto da farci un album?
«Non so dire cosa succede in generale a chi ci arriva, ma posso affermare con certezza che per me ha rappresentato una tappa importante. Principalmente mi sono reso conto di esserci arrivato senza accorgermene e nel momento in cui “ho aperto gli occhi” ho notato che dentro di me e tutto intorno c’erano tante cose da riordinare, alcune da capire, molte da combattere. Tutto sommato però, per quanto incasinato, è stato molto bello poterci ragionare attraverso la mia musica e le mie parole. In questo mi ritengo fortunato».
Quali sono le criticità dei trentenni di oggi? Si è acceso un riflettore visto che in tanti ne parlano?
«Sono convinto che la mia generazione sia arrivata ai trenta con un bagaglio enorme di belle promesse e aspettative ma senza una visione nitida di quello che c’è realmente oltre quella soglia. Il peso è diventato molto più grande delle opportunità che ci sono state date. La storia che “bisogna sapersele creare” è una truffa, uno slogan inventato da chi probabilmente è consapevole di non aver fatto bene il proprio dovere. Il fatto che molti si siano messi in qualche modo a parlarne, normalizzandone gli aspetti peggiori e cercando in qualche modo di esorcizzarli per trovare tutti insieme lo slancio per cambiare le cose a mio parere è già un primo grande passo, ma ormai noi a questi trenta così ci siamo arrivati, dobbiamo lavorare per quelli del futuro, per non ripetere lo stesso errore».
Nella lavorazione del disco l'hanno affiancata Luca Lanza e il pugliese Molla: come è stato condividere il percorso con loro?
«Condivido la mia musica con entrambi ormai da diversi anni. Li ho scelti perché oltre ad essere due musicisti e produttori incredibili, sono anche due persone che mi fanno bene. Passare del tempo con loro mi rende felice, sopra o sotto al palco. Sono due anime molto diverse e sono stati capaci di mettere insieme questa eterogeneità anche nell’approccio alla produzione musicale, incontrandosi e coinvolgendosi a vicenda. Nelle canzoni di quest'album c’è la tecnica e il grande gusto di Luca Lanza mixata al cuore e l’istinto del talento di Molla. Diciamo che quando lavori con professionisti così validi, scrivere canzoni diventa più semplice del previsto».
Ha raggiunto già traguardi consistenti, dove le piacerebbe portare le sue canzoni?
«Sto pensando di voler provare a portarle fuori dal circuito classico della musica dal vivo, che viene naturale cercare di percorrere. Sono molto affascinato dal teatro e dal racconto multidisciplinare, mi piacerebbe che queste canzoni prendessero una forma ulteriore, ampliandone il racconto, magari attraverso una rappresentazione. Per ora è solo un’ipotesi, ma chissà...»
Per quest'estate che progetti ci sono?
«Suonare il più possibile questo disco dal vivo. Scrivo canzoni e faccio musica per provare a dire delle cose e credo che solo il palco e il live ti diano la possibilità di farlo al massimo».
Ha già cominciato a scrivere qualcos'altro o si gode prima i feedback di questo disco?
«Mi piacerebbe provare per una volta a fermarmi e a godermi le cose che succedono e cercherò di farlo il più possibile, ma la verità è che nella mia testa in questi giorni è già partito un primo slancio che mi fa pensare che forse è già arrivato il momento di raccontare altro».