Il concerto
Sigur Rós, rock visionario di scena al porto di Bari
In scaletta i brani dell’ultimo album «Átta», appuntamento martedì 11 luglio
È sempre difficile raccontare in un solo articolo la grandezza di un artista. Nel caso degli islandesi Sigur Rós, che hanno sin dall’inizio catturato l’attenzione della conterranea e geniale Björk, nonché gli elogi di Thom Yorke dei Radiohead, diventa ancora più arduo mettere insieme con i pezzi più rappresentativi del loro percorso artistico, fatto di collettivo, ma anche momenti solitari. Sin dal loro inizio a Reykjavík, l’anno prossimo festeggeranno il trentennale di attività, vengono incasellati come band post-rock anche se, a dire il vero, la loro musica rappresenta l’incontro tra diverse suggestioni artistiche che passano attraverso la psichedelia (spesso floydiana), l’etereo e sognante dream-pop, lo shoegaze, l’avanguardia, l’elettronica, il krautrock e tanto altro ancora. Il trio attuale, formato dal carismatico Jónsi Birgisson (voce, chitarra, sintetizzatore, basso, armonica a bocca, banjo), Georg Hólm (basso, xilofono, tastiera, cori) e Kjartan Sveinsson (pianoforte, tastiera, chitarra, flauto, organo, voce, banjo e oboe), che dal vivo si avvalgono di altri musicisti, finalmente sarà in Italia per un tour di quattro date.
La seconda di queste tappe si terrà martedì 11 alle 21 al Faro Borbonico del porto di Bari inserita nelle iniziative della Festa del Mare del comune di Bari, è realizzata grazie alla sensibilità di uno dei festival più importanti della nostra regione (e in Italia), il «Locus Festival». Una manifestazione di alta qualità artistica che in questa edizione, oltre ai Simply Red (in apertura a Trani) e la band islandese, vede in cartellone tra gli altri monumenti come il geniale pianista e compositore Herbie Hancock e il mito del rock Robert Plant, oltre ai tanti altri nomi altisonanti (non certo pop) della musica internazionale di scena a Locorotondo, sede «legale» del Festival. Tornando ai Sigur Rós, nel live che presenterà la band islandese nel capoluogo pugliese, sarà incentrato soprattutto sui dieci brani che compongono il loro ultimo album Átta (Von Dur e dalla Bmg Rights Management), pubblicato a sorpresa il 16 giugno a dieci anni dal precedente Kveikur.
Átta, è l’ottavo album di studio dei Sigur Rós, un numero di equilibrio cosmico che, se rovesciato, può simboleggiare anche la ciclicità del tempo. Anticipato dal singolo Blóðberg, i Sigur Rós riescono a penetrare il rumore e le distrazioni del mondo per portarti una verità e un sentimento puro come poche altre band. Come si sente in Átta, c’è un nuovo impulso e una inedita spinta nella band che arriva con una nuova line up. Il polistrumentista Kjartan Sveinsson è tornato in organico alla band. Come tre amici, lasciando che le sensazioni parlassero da sole, si sono ritrovati a «voler avere solo una batteria minima e che la musica fosse davvero scarna, fluttuante e bella - commenta Birgisson -. Stiamo invecchiando e diventando più cinici, quindi volevo solo che ci commuovessimo in modo che provassimo qualcosa».
Registrato in più continenti - nello studio della band di Sundlaugin in Islanda, nei leggendari Abbey Road Studios in Inghilterra e in numerosi studi negli Stati Uniti -, Átta si appoggia all’orchestra e tocca tutto ciò che ha reso i Sigur Rós uno dei più ambiziosi e acclamati gruppi degli ultimi anni.