L'intervista
La Sad in concerto in Puglia: «Un terzo del nostro sangue è di Altamura»
È la band del momento, ambasciatori della riscoperta della musica emo: Theø, Plant e Fiks cantano i disagi dei giovani di oggi
Theø, Plant e Fiks vivono tutti a Milano pur venendo da tre regioni diverse (rispettivamente Lombardia, Puglia e Veneto), ma in Plant l'accento altamurano si sente ancora tutto. Insieme sono La Sad, e stanno conquistando pian piano il panorama musicale nazionale e non solo. Li chiamano gli «ambasciatori del nuovo emo italiano», ma sono pienamente megafoni della giovane generazione attuale, con il suo mal di vivere, la difficoltà dello stare al mondo, la ricerca continua di certezze. La Sad è in tour in questo momento nei migliori club italiani, un giro che si conclude domani, venerdì 3 febbraio, al Demodé di Modugno (Ba), abbiamo fatto due chiacchiere con Theø e Plant per farci raccontare qualcosa in più su questo successo che li sta travolgendo.
Finalmente sul palco, da poco avete fatto anche l'esordio in «tele», ospiti di Alessandro Cattelan: come state vivendo questo periodo?
«È tutto molto bello, in ogni città in cui andiamo siamo accolti benissimo, le persone sotto il palco urlano, credono nelle parole che cantano, si vede che non vengono a vederci solo per fare un video col telefono e far vedere che ci sono. È quasi una sorta di raduno, un vero spettacolo. Anche in tv siamo stati trattati molto bene, poi siamo davvero fortunati, i nostri fan sono sempre educati e tranquilli».
Prima di essere una band siete molto amici, tutti accomunati dal senso di evasione dai luoghi d'origine: litigate mai?
«Ci succede, ma il nostro rapporto è molto trasparente. Non è solo lavoro, dove capita magari di aver quasi paura di litigare o di dire la propria, La Sad è una famiglia che si è ritrovata a Milano perché voleva fare musica, ruota tutto attorno a questa città, l'industria, la discografia, avevamo lo stesso obiettivo».
I vostri brani lanciano messaggi forti: i conflitti dell'anima, la solitudine, il pregiudizio. Da dove prendete spunto?
«Quasi tutti si rifanno a situazioni che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Per esempio in "Diverso" raccontiamo di come abbiamo sofferto quando venivamo additati sui Navigli per l'abbigliamento, perchè camminavamo per strada e sentivamo gli sguardi su di noi, e succede anche in una città grande come Milano. Siamo anche ispirati dalle storie di chi ci ascolta e si rispecchia nelle nostre canzoni».
È proprio di queste ore l'ultima notizia di una giovanissima che si è tolta la vita perché sentiva sulle spalle il peso del fallimento. Secondo voi la musica può fare qualcosa in questo senso?
«La musica è l'unica cosa che ci ha davvero salvati, ci ha spinto ad andare avanti, anche se purtroppo non tutti riescono poi a uscirne. Da parte nostra non possiamo fare altro che esprimere un messaggio di cordoglio per questa ragazza e per tutti quelli come lei, e dire che la musica c'è sempre, a prescindere dal sound».
Plant, hai ancora la famiglia ad Altamura: verrà a vederti?
«Certo, infatti sono molto teso. Ci saranno i miei genitori, che non mi hanno mai visto sul palco e scopriranno la mia vera essenza per la prima volta, ci sarà mio cugino, i miei parenti. Scendo 2-3 volte all'anno, invece per Theø sarà il battesimo del fuoco, non è mai stato in Puglia, la scoprirà».
E Sanremo? Vi vedremo mai sul palco?
«Chissà. Intanto lo guarderemo».