Musica
«Hi, my name is Planet Earth and I will kill you all», il grido inquietante della Terra nel nuovo singolo di White Ear
Brano che esce cantato insieme a Lapè e Fausto Dee e che anticipa l’album d’esordio “Right Here” in uscita a febbraio
«Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All» è il nuovo singolo di White Ear, producer pugliese di stanza a Bologna, in radio e su tutte le piattaforme digitali da domani, 20 gennaio. Brano che esce insieme a Lapè e Fausto Dee e che anticipa l’album d’esordio “Right Here” in uscita a febbraio. Il brano rappresenta un grido di allarme in prima persona del Pianeta Terra contro la superficialità dell’Umanità.“Il titolo è così lungo perché probabilmente non c’era modo di sintetizzare il concetto. È il pianeta che parla e i suoi intenti non sono rassicuranti. Le frasi chiave, cantate dalla voce incantata di Lapè, dicono che è troppo tardi per piangere in quanto conoscevamo già le conseguenze del nostro atteggiamento. Frasi inquietanti cantate con un’intenzione gioiosa e spensierata, per sottolineare la superficialità con cui stiamo affrontando il più grave pericolo del nostro tempo. Un graduale crescendo lungo tutto il brano contribuisce a dare la sensazione di qualcosa di imminente che sta per succedere, un pericolo che dall’orizzonte si avvicina. Ma non c’è problema, basta girarsi dall’altra parte»
A legare i ritornelli allegramente macabri ci sono le strofe fitte di White Ear, quasi una filastrocca in cui la Terra parla sempre in prima persona spiegando i motivi per cui, per poter sopravvivere, è costretta ad annientare questi parassiti che da almeno un secolo la stanno torturando in nome di uno stile di vita volto solo a far crescere i consumi. A metà canzone il colore cambia, diventa ancora più inquietante, per l’entrata di Fausto Dee, rapper che comincia a slabbrare le maglie della metrica con un testo molto diretto, parlato, in cui è un umano a parlare. A passo stretto con la parte testuale, il carattere del brano mette in contrasto un carillon giocoso e un beat angosciante, una ritmica ballabile con degli archi che avanzano in armonie buie.
White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità. Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita“Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live.